domenica 16 luglio 2006
Due settimane fa era stato Liberazione, il giornale di Rifondazione, a spiegare il passaggio dell"estrema sinistra dall"ideologia della lotta di classe a quella della lotta di sesso, ritenuta molto più producente sul piano politico ed elettorale. Ora il Manifesto (sabato 8) tenta il recupero cavalcando l"ultimo libro dell"ateologo e materialista francese Michel Onfray, già tristemente noto ai lettori, il quale propone una "Teoria del corpo amoroso", che sembra essere un cult di quella che, orfana del Comunismo, ora viene chiamata la "sinistra radicale" nel duplice significato dell"aggettivo. Onfray suggerisce un «modo di vita creativamente libertino» fondato sul «culto e pratica del piacere» e sulla «rivendicazione della sessualità non legata a ordinamenti cardine delle società disciplinari, in primis il matrimonio», ma neanche alla «coppia pretesa simbiotica, in realtà istituzionale», cioè ai Pacs e alle nozze gay. Va, dunque, ben oltre questi obiettivi, perché in essi «non è difficile vedere un ritorno, anche lì, di modelli, di valori [...] come la coppia, il matrimonio, la famiglia». Il suo fine dichiarato (e condiviso dal  Manifesto) è una «pratica del piacere sapientemente distruttiva della famiglia». A questo mira la "lotta di sesso": la famiglia, comunque la si concepisca, ha preso oggi il posto del capitale, della borghesia, della proprietà dei beni di produzione ed è l"ultimo baluardo di una società ordinata. Per questo va distrutta. La teoria del filosofo francese, però, ha un difetto: «Onfray pensa alla libertà sessuale come a un mito» a causa della «sconfitta della prassi rivoluzionaria sessantottesca». E invece già oggi ci sono quelli che «ancora una volta si avventurano a giocare carte libertine», realisticamente e «senza mitologie». Anche il vecchio socialismo perduto, però, era "reale"...
IL PROFESSOR REFUSO«Ma perché Benedetto XVI parla di famiglia soltanto se c"è un matrimonio cattolico alla base del rapporto tra un uomo e una donna?» Non è un indovinello, ma l"acuto incipit di un saggio di Nicola Tranfaglia (l"Unità, lunedì 10), ordinario di storia contemporanea a Torino, cui seguono, tra molti refusi, altri profondi concetti storici: «Una Chiesa cattolica chiusa ai tempi del Concordato...»; «Una religione nata in altri tempi e tale da richiedere una morale ferma al periodo preilluministico...»; «È possibile che ogni trasgressione delle regole ferree di altri tempi debbano [?] impedire ai parlamenti [?] di legiferare? [...] Che ci sia quasi [ogni] giorno un pontefice cristiano [?] che ignori quel che avviene in Europa e proponga una interpretazione della carta costituzionale che neppure i partiti degli anni quaranta si sentivano di sostenere? eccetera. Spero che la firma di Tranfaglia sia un errore di stampa.
AI  23 LETTORIBellissimo e per molti aspetti affascinante, il mondo dei giornali è per altri una trappola pericolosa, come questa rubrica cerca di dimostrare. Perciò un po" di elioterapia può giovare a me e ai miei 23 lettori. "Controstam-pa" va in vacanza. Ci rileggeremo il 20 agosto.
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