sabato 14 maggio 2011
«Non ci posso credere»! Qui ieri così Gustavo Zagrebelsky, e qui oggi Malpelo. Ieri "Giornale" (p. 1) foto di Sgarbi e proclama: «Semplicemente vogliamo vedere la prima puntata de "Il mio canto libero", la trasmissione di Vittorio Sgarbi... Ci farebbe piacere di assistere ad un programma diverso dal solito. Lo diciamo perché la prima puntata è in dubbio. Motivo: la presenza di un teologo critico verso la Chiesa». Leggo e" non ci posso credere. Tutto "in dubbio" per la presenza di «un teologo critico verso la Chiesa» in un programma perciò detto «diverso dal solito»? Qualcosa non fila. Penso alle tante trasmissioni con "teologi" critici verso la Chiesa: Augias da anni ne fa una a settimana; Fazio, con o senza l'altro di "Vieni via con me", lo imita spesso, e leggo l'annuncio-protesta proprio nel giorno in cui il teologo Vito Mancuso da Torino presenta, ripreso anche in Rai, il teologo Küng proprio come «il massimo critico verso la Chiesa». E allora? Allora gatta ci cova: non ci posso credere e cerco ancora. Ecco. Su "Libero" (p. 1): «Sgarbi sospeso. La nuova Rai bastona solo il centrodestra». Sul "Giornale" (p. 11): «Il canto di Sgarbi sempre meno libero», e infine ancora su "Libero (p. 13, titolo): «Non sono gradito? Mollo. Ma datemi tre milioni». Sarebbero, tra altri ragionamenti, parole precise di Sgarbi. E così si comincia a capire. Forse c'è altro, forse mettere in mezzo Chiesa e preti ormai è un vezzo universale, e rende. L'altro ieri qui Zagrebelsky spiegava tutti i mali d'Italia dando colpa alla Chiesa e ieri Sgarbi avrebbe fatto lo stesso con «tre milioni» di motivi. E così comincio a crederci.
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