venerdì 28 novembre 2014
La violenza di un'alluvione loro la conoscono bene. E da molto vicino. I cicloni a Cuba sono frequenti e quando la forza dell'acqua e del vento sembra vincere ogni cosa, gli occhi di tutti si fossilizzano impotenti sul cielo, nella speranza di riuscire ancora una volta a rialzarsi e ripartire. Per questo la gente cubana conosce bene anche il dolore che attraversa il cuore, quando a essere pesantemente ferita è una quotidianità costruita con sacrifici che in pochi istanti viene distrutta. È lo stesso dolore che ha lasciato tracce profonde in Liguria, a Chiavari e nel suo entroterra, per quanto accaduto nella recente alluvione.Chiavari e Cuba. Due realtà legate da un filo di amicizia per il servizio missionario nella Chiesa di Santa Clara, e che oggi sono ancora più vicine. In una lettera inviata alla diocesi ligure don Paolo Bacigalupo, fidei donum, scrive a nome delle sue tre comunità cubane: «Vorremmo essere angeli invisibili, che con le loro preghiere supplicano Dio di rimuovere il fango che si è depositato nei vostri cuori». E aggiunge un segno tangibile: le offerte raccolte nelle Messe delle domeniche di Avvento saranno destinate agli alluvionati di qui. «Consideratelo un piccolo segno di ringraziamento per voi che da tanti anni ci avete fatto toccare con mano la vostra generosità. Probabilmente riusciremo a raccogliere una cifra insignificante. Diciamo pure ridicola, che vi farà ridere. Se anche fosse così avremmo raggiunto il nostro scopo: avervi fatto ridere, aver riportato la luce di un sorriso sui vostri volti». È proprio vero, la luce arriva dalle periferie.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI