Dottore della Chiesa per tre volte in esilio
martedì 18 marzo 2014
A più di 16 secoli di distanza le diatribe teologiche dei primi secoli potrebbero apparire come esercizi virtuosistici retorici, ma in realtà la Chiesa moderna affonda le proprie radici proprio in quegli aspri dibattiti. Quel confronto, purtroppo, non fu scevro da condizionamenti politici e spesso furono le più grandi figure a fare le spese di queste ingerenze. Lo conferma la storia di Cirillo, vescovo di Gerusalemme dal 348 al 386, ma esiliato per ben tre volte. Il motivo del contendere era la questione cristologica, che fu risolta solo con il Concilio di Costantinopoli nel 381. In tutto questo, Cirillo, dottore della Chiesa, diede contributi preziosi le cui influenze sono arrivate fino al Vaticano II.Altri santi. Sant'Anselmo II di Lucca (o da Baggio), vescovo (1040-1086); san Salvatore da Horta, professo (1520-1567). Letture. Is 1,10.16-20; Sal 49; Mt 23,1-12. Ambrosiano. Gen 13,1b-11; Sal 118,33-40; Pr 5,15-23; Mt 5,31-37.
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