sabato 17 settembre 2005
«Il 15 settembre del 1937 nasce nella borgata palermitana di Brancaccio Giuseppe Puglisi, figlio di un calzolaio"Il 15 settembre
del 1993, viene ucciso dalla mafia nella borgata palermitana di Brancaccio Don Antonio Puglisi. Compiva quel giorno 34 anni.» Così l'altro ieri "Liberazione" in prima pagina per Don Pino Puglisi, prete, testimone di fede, difensore degli indifesi, fedele sempre a Cristo, alla Chiesa e ai poveri. Giuseppe o Antonio? Nome doppio. Sbadataggine che non bada ai nomi, piccoli "accidenti", quando può usare qualcuno, se serve, e pubblica di tanto in tanto anche qualche articolo di prete: purché dica sempre e solo le cose che servono alla causa, carezzi i compagni e dia in testa a confratelli e fratelli. E' l'antica "doppiezza" che resiste. Niente doppiezza, però, quando si tratta di Chiesa come tale: scontro frontale! Stessa pagina, infatti, ecco Monica Lanfranco: "Il caso. Teologia o superstizione? Il papa esalta gli esorcisti. Addio Concilio e predecessori. In Vaticano trionfano i riti magici". Il fatto? Il Papa ha inviato un messaggio ad un convegno di preti esorcisti, e l'allegra" Monica si scatena: realtà "inquietante, Medioevo, streghe, l'antico "Malleus maleficarum", imbrogli dei preti, "vomito verde", e da questo Papa una "pietra tombale" sul Concilio e sui predecessori, che porta la Chiesa indietro di secoli, perpetua "nefandezze e ferocia contro l'umano" e tradisce il "sacerdozio sociale", con nome - stavolta uno solo! Ndr - e cognome del prete tradito. Caspita! E pensare che persino De Cillis, sul "Manifesto", stesso giorno, stesso argomento, ha scritto un pezzo senza veleni. Una"lealtà inquietante?
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