mercoledì 23 novembre 2011
Leggi: un po' ti diverti e un po' precisi. Impazza alla grande l'affermazione che col Governo Monti «ritornano i cattolici». Per le citazioni ci vorrebbe tutta la pagina: omissis! Scrivono infatti che i ministri cattolici sono 4. Ma nel Governo precedente erano almeno una quindicina. E allora? Allora da una parte è la solita allergia, che da mezzo secolo e più ha bisogno di indicare il nemico, e dall'altra la solita superficialità che parla e scrive all'ingrosso. Per giustificare l'evidente equivoco ci si è inventati «quelli di Todi», ma ieri ("Repubblica", p. 9) arrivano anche i «cattolici anti Todi» che si sarebbero riuniti per far guerra ai primi, e proprio alla… Domus Pacis! Nel genere ("Il Foglio", ieri, p. 1) ci sarebbero anche «I cattolici che fanno squadra (e compasso)». Quanti cortocircuiti! Vero è che ieri Gustavo Zagrebelski, apostolo del relativismo (sempre "Repubblica", p. 59) prima dà una lezione di filosofia moderna alla "filosofa" De Monticelli che afferma un fondamento perenne dei valori, poi però le stringe la mano in nome della «indignazione» – un altro mantra in pagina – purché si isolino «le ali estreme, i dogmatici e i nichilisti». E già: ma chi sono «i dogmatici» per Zagrebelski? Elementare, Watson: sono «i cattolici» i quali – che stranezza! – talora osano anche dar ragione a Papa e vescovi, e su certi valori affermano tranquilli che «non sono negoziabili», e cioè semplicemente che la loro libera coscienza – ecclesiale e umana, per precisare – decide che se qualcuno vuole violarli per legge dovrà provvedere da solo, se ha maggioranza, ma non pretenda il loro consenso. È grave?
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