sabato 5 giugno 2021
Senti: «Padre Rotondi…». E se non sei troppo giovane torna come eco: «Ascolta: si fa sera…» che a Radio Rai invita da decenni. Virginio Rotondi nasce il 22 maggio 1912 a Vicovaro, basso Lazio, terzo di 5 figli, vivacissimo, intelligente, mai fermo e soprattutto deciso, anche contro tutti. A 13 anni va in Collegio dai Benedettini a Subiaco, ma lo rimandano a casa: testardo e incontrollabile, irrequieto e dispettoso. Resta discolo, ma devoto. Il vescovo di Tivoli, Luigi Scarano, lo conosce, se lo prende in casa e poi lo porta in Seminario a Magliano Sabina, ma qui, a 16 anni, il 28 novembre 1928 a scuola sviene e perde conoscenza: meningite fulminante, coma senza speranza. Invece l'8 dicembre si sveglia. I medici sbalorditi: fuori pericolo. Lui dice che ha visto Gesù, e in seguito dirà che allora ha deciso di farsi prete. Frequenta il liceo di Anagni diretto dai Gesuiti, conosce sant'Ignazio di Loyola e decide di farsi gesuita. Il 1 novembre 1932 è novizio a Galloro. Con quel carattere, con quella impertinenza, con quella testa matta? Sì. Studia, si laurea in filosofia e teologia e il 13 maggio 1942 è prete, nella chiesa di San Roberto Bellarmino a Roma. Qualche tempo a Firenze, e nel 1947 è gesuita professo. Da allora un vero ciclone: incaricato dell'Apostolato della preghiera nazionale spopola, inventa per i giovani la “Cidros” – in latino iniziali di “Cuore di Gesù Signore Re salva tutti” – che finisce anche in Parlamento: per Pietro Nenni quella sigla dice “Con il Duce ritorneremo ovunque sempre”. Lui ride. Chiarito l'equivoco diventa assistente degli operai impiegati in Vaticano, poi dei tranvieri romani. Nelle difficoltà li difende da prepotenze, anche politiche e ideologiche. L'antica vivacità è intatta: prodigioso parlatore, fantasioso nelle immagini, chiarissimo, se serve anche tonante. Sono tempi di lotta. La sua fama arriva anche a Pio XII. Rotondi gli porta Bruno Cornacchiola, il tranviere ateo e anarchico che aveva preparato un pugnale proprio per uccidere il Papa, convertito dall'incontro con Maria alle Tre Fontane, che diventano un centro di preghiera e guarigioni, vincendo tante diffidenze anche di Chiesa. Dunque Pio XII: per padre Rotondi l'incontro è decisivo. In pratica dall'inizio degli Anni '50 è forse il primo, tra i principali consiglieri del Papa decisivi per il futuro, scelte morali e strategie sociali. Tra l'altro fa scoprire al Papa l'importanza del cinema… I gesuiti avanguardia nel campo: oltre lui, e ancor più specificamente, Baragli, Taddei, Arpa. Torno a Rotondi: a novembre 1950 nasce la sua creatura prediletta, il Movimento Oasi. Pio XII riceve lui e i suoi il 23 novembre 1952 ed esprime la sua meraviglia: «Con il Movimento Oasi è sorta nella Chiesa qualcosa che in queste proporzioni così vaste non si era mai visto finora». Passano gli anni: parla apertamente con tutti e in segreto con tanti che contano e cambiano, e scrive anche ovunque: Gente, Oggi, Grazia, L'Europeo, e soprattutto per tanti anni Il Tempo. Instancabile, pubblica libri e alla Rai inventa “Ascolta si fa sera”, lottando contro ciò che minaccia la fede dei semplici e la credibilità della Chiesa, da Pio XII a Giovanni XXIII, a Paolo VI e a Giovanni Paolo II, ciascuno con i suoi toni, diversi, ma sempre di stima e vicinanza. Incontra e stimola grandi e piccoli, incoraggia Sergio Zavoli nel suo “Clausura”, quando per la prima volta al mondo un microfono entra in un convento contemplativo. Incontra re e presidenti. Di lui si fidano politici e manager come Enrico Mattei, attori come Anna Magnani e Corrado Pani. Il presidente Saragat con lui trova la fede, lo stesso accade in punto di morte a Curzio Malaparte. Va anche in tv e ne inventa una tutta sua, che dirige anche di persona. Arrivano gli anni del Concilio, con le sue battaglie e i suoi cambiamenti: è per la traduzione della fede, non per il tradimento, e lo grida forte, talora anche malcompreso e quindi combattuto come conservatore. Lui diceva a tutti che la Chiesa è roccia che sta ferma, ma anche nave che viaggia sulle acque e sulle sabbie mobili del mondo e del tempo. Muore di Venerdì Santo, 13 aprile 1990, nella sede del Movimento Oasi.
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