martedì 5 febbraio 2008
Lupus a malincuore politico. Per Curzio Maltese ("Venerdì", 1/2, p. 15) il governo Prodi è caduto per «la spallata di Benedetto XVI». Da quando ha inventato l'inchiesta su "I soldi del vescovo" lui è fisso su Chiesa e Papa, visti come nemici assoluti. Faccia, ma Don Bosco diceva, e la storia italiana mostra, che questo morbo è mortale, quindi il «clericalismo laicista» che impazza, è solo suicida. Perciò per fortuna qualcuno forse comincia a capirlo, e infatti ieri Pannella piange: «Nel Pd un veto su di me» ("Corsera", p. 8). Magari! Il Pd, se non vuol candidarsi da subito a essere opposizione per anni si liberi " Carta di valori e programma " di ogni pretesa clericale o anticlericale, confessionale o laicista. Da metà del secolo scorso grazie alle "liberazioni", prima dalla dittatura fascista e poi dall'incubo di quella stalinista, l'Italia è una democrazia con vasto pluralismo ideale, religioso e culturale. E oggi come ieri, se «la legge è uguale per tutti», tutti " in Parlamento e nei referendum " dovranno concorrere a formularla con la propria libera coscienza. La Chiesa ha diritto di dare le sue valutazioni morali, ma non fa le leggi civili e non costringe nessuno, e la politica " partito o coalizione " che vorrà opporsi ad essa sia cosciente del prezzo di consensi che pagherà. Laicità! Politica avvisata, forse mezzo salvata...
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