mercoledì 4 febbraio 2015
Nasce dalla gratitudine il grosso volume di Vittorio Cagnoni, Baden. Vita e pensiero di monsignor Andrea Ghetti (www.tipografiapiave.it, Belluno 2014, pp. 584, euro 24) dedicato a una figura fondativa e indimenticabile dello scautismo italiano. Per Vittorio Cagnoni, entrato nel 1959 nel Riparto Scout Milano 1°, radicato nella parrocchia di Santa Maria del Suffragio, dove don Ghetti era parroco, quel sacerdote inclassificabile, tenero e violento, determinato e libero, prete al cento per cento e scout al cento per cento, è stato come un padre, come per moltissimi scout che l'hanno conosciuto.Mi ci metto in mezzo anch'io, perché è stato monsignor Ghetti (Baden, come Baden-Powell, per tutti gli scout), a fondare nel 1949 il Riparto Treviglio 1° dove, l'8 maggio di quell'anno, ho fatto la Promessa scout. Baden (1912-1980) entrò negli scout il 25 aprile 1927, a Milano. Quando il fascismo sciolse lo scautismo e le altre associazioni giovanili, Baden, con Giulio Cesare Uccellini (il leggendario Kelly), sarà l'animatore delle Aquile Randagie, giovani che terranno viva la fiamma scout nella clandestinità. Ordinato prete nel 1939, continuò a formare la gioventù scoutistica, partecipando alla Resistenza con la struttura "Oscar" (Organizzazione Scout Collocamento Assistenza Ricercati) che facilitava l'espatrio in Svizzera dei giovani antifascisti. Nel libro di Cagnoni sono raccolte molte testimonianze di persone che in quel frangente dovettero la vita a monsignor Ghetti.Parroco in Santa Maria del Suffragio, prete obbediente e fedelissimo, collaborò con gli arcivescovi di Milano, in primis con il cardinale Montini. Fondò Il Segno, il mensile della diocesi, e anche le pagine Milano 7 di Avvenire.La dettagliata biografia nella prima parte del libro documenta sia il suo impegno apostolico e pastorale, sia la sua appassionata dedizione allo scautismo. A questo proposito, non si può non registrare il suo dolore per la fusione, nel 1974, dell'Agi (Associazione Guide Italiane, il ramo femminile dello scautismo) con l'Asci (Associazione Scout Cattolici Italiani, il ramo maschile), dando vita all'Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), in nome della coeducazione. Baden perorò per la fedeltà al carisma originario di Baden-Powell, adducendo la specificità dell'educazione per i ragazzi e per le ragazze, nell'adolescenza e oltre. Tuttavia rimase fedele all'Agesci e non entrò negli Scout d'Europa che mantenevano l'impostazione tradizionale. Tuttavia nel Milano 1°, il suo gruppo di sempre, scout e guide continuarono a svolgere attività separate.Baden morì il 5 agosto 1980 per un incidente automobilistico, mentre seguiva il campo mobile dei suoi Rover, in bicicletta, presso Millançay, in Francia. È sepolto nella cappella di San Giorgio nella sede del Comitato regionale lombardo dell'Agesci, in via Burigozzo, 11, a Milano.Oltre la metà del volume di Cagnoni è dedicata a un'antologia di scritti di Baden, che spaziano dalle osservazioni ascetiche, ai problemi organizzativi, alle prospettive scautistiche del futuro. Sono pagine vibranti, assai spesso commoventi, intrise del grande amore che per tutta la vita Baden espresse e alimentò per l'intuizione educativa di Baden-Powell. Nella prefazione il cardinale Dionigi Tettamanzi scrive: «Il lavoro di ricerca e di ricostruzione storica di Vittorio Cagnoni va oltre la storia "avventurosa" di un prete coraggioso e indimenticato per attingere quasi alla sua stessa anima, alla sua passione evangelica ed ecclesiale e, in particolare, al suo instancabile affacciarsi sul mondo dei giovani e al suo inserirsi nel loro desiderio di impegno anche in contesti difficili o di indifferenza, sempre però avversata con trasparenza coraggiosa». Non si poteva dir meglio.
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