sabato 25 giugno 2016
Giovani contro anziani, benestanti contro poveri, inclusi contro emarginati. Il voto sulla Brexit ci consegna una lezione amara e preoccupante, che va ben al di là dei confini inglesi. Perché la scelta di rimanere nell'Unione Europea o di lasciarla, in realtà, ha fatto emergere con incredibile chiarezza una serie di fratture – o se volete di "faglie" – che oggi attraversano e rischiano di disintegrare non solo la società del Regno Unito, ma la gran parte delle società del Vecchio Continente.Dopo il voto a favore della Brexit, e al tempo stesso dopo le elezioni amministrative in Italia (ferme restando le evidenti differenze), la nostra società appare più fragile e molto più divisa. Una società vittima di diseguaglianze violente e radicate che abbiamo colpevolmente trascurato negli ultimi anni, senza accorgerci che i lunghi anni della crisi stavano scavando fossati culturali ed economici invalicabili. Oggi chiamare i cittadini alle urne significa illuminare il buio di società europee distinte nettamente in classi o forse addirittura in caste, che sembrano aver smarrito il senso di un destino comune, la voglia di costruire ponti e connessioni, la speranza di uno sviluppo armonico basato sulla parità di chances. Dalle urne emerge la rabbia degli abitanti delle periferie, il loro sentirsi esclusi e relegati (non solo geograficamente) ai margini, la loro radicale sfiducia verso i partiti al potere. E così il voto dei cittadini di Londra sulla permanenza nella Ue è opposto a quello degli abitanti di Brighton, così come la scelta di chi vive nel centro di Roma premia i partiti di sistema mentre chi abita a Torpignattara invoca un cambiamento radicale. Dalle stesse urne emerge – ad ogni latitudine europea – che giovani e anziani votano in modo tendenzialmente opposto, svelando non solo (come sarebbe ovvio) visioni e speranze diverse ma soprattutto forme di "egoismo generazionale" che ci erano sconosciute in queste dimensioni. Appena la furia dei mercati finanziari e valutari si sarà placata, dunque, non dovremo discutere soltanto delle "scosse" necessarie per dare una nuova missione e una nuova anima all'Unione Europea, e della capacità dei partiti anti-sistema di passare dalla protesta alla proposta. Dovremo porci un dilemma vitale per il futuro prossimo delle nostre società: come vinceremo nei prossimi anni diseguaglianze ed egoismi generazionali così profondi? A noi tutti, pro quota, l'ardua risposta.@FFDelzio
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