giovedì 24 febbraio 2011
La religione sparisce e «Dio è morto»: lo slogan ripetuto per farsi coraggio dai sopravvissuti di ideologie defunte è smentito ogni giorno. E così domenica sul "Corsera" (p. 31) c'è persino l'autorevole spiegazione del perché «nella Cena di Leonardo gli Apostoli (sono) senza aureole» e venerdì sempre "Corsera" (p.51) Giuseppe Galasso ricorda agli «impertinenti» provocatori che Benedetto Croce affermando che «non possiamo non dirci cristiani" mostrava ben altra intelligenza rispetto a chi, come Bertrand Russel» allegramente strillava il contrario. Infatti ogni giorno si scopre che nel mondo intero la religione conta di più e martedì ("Riformista", p. 15) leggevi persino che oggi «cambia il concetto di secolarizzazione». Di recente, del resto, da noi tutti i giornali sono stati pieni del fatto che «le donne», anche come «cattoliche», sono protagoniste. E allora? Allora sorprende, nello stesso tempo scoprire di nuovo che c'è un ambito in cui il nominare i cattolici genera rifiuto e allergia in pagine intere. Va forte, per esempio, l'idea che la prossima legge sul "fine vita" deve per forza essere opposta alle istanze definite all'ingrosso "cattoliche" e come tali ritenute inaccettabili. E così chi, in nome della democrazia, si dice contrario all'idea che l'eutanasia diventi pratica promossa da una legge dello Stato valida per tutti, è invitato a tacere, e in caso di votazione persino a decidere con la testa altrui. O forse i cattolici coerenti per essere anche "democratici" debbono come tali sparire? Possiamo, sì, essere cattolici, ma non dobbiamo farlo vedere a nessuno? Grazie del vostro buon cuore: così proprio no!
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