lunedì 8 novembre 2004
Signore, durante le lunghe ore di apparente solitudine, nella camera, di fronte al muro, davanti ai miei libri, e alla pagina bianca che a fatica cerco di riempire, so di non essere solo, ma che siamo in due. So che sei con me, intensamente presente, che mi avvolgi nel tuo amore, e che leggi, dietro alle mie spalle, quello che abbozzo a proposito di te e sono felice.È stato il mio primo professore di teologia all"Università Gregoriana di Roma, maestro dalla parola affascinante, nonostante dovesse parlare in latino, lui nato nel lontano Canada. Era l"anno 1918. Ora il gesuita René Latourelle, noto teologo, autore di molti libri tradotti anche in italiano, si ripresenta davanti ai miei occhi - ormai vecchio e lontano da quella Roma ove l"avevo conosciuto - con un intenso testo di spiritualità evangelica, Signore Gesù mostraci il tuo volto (Gribaudi). E lo fa con una preghiera, quella che ho citato: essa esprime in modo limpido sia l"orizzonte in cui ora è immerso sia quello della sua spiritualità.  È un"invocazione che vorrei risuonasse nel cuore di tutti, anche di chi non scrive e non è teologo. In questa domenica uggiosa, forse chiusi in casa, potremmo appartarci qualche momento per stare in silenzio, con noi stessi. Devo confessare che, forse a causa di una vita molto mossa e spesso pubblica, amo immensamente le ore in cui sono solo, «davanti ai miei libri e alla pagina bianca». È proprio lì che si sente di non essere soli, di avere alle spalle una presenza misteriosa. Continua Latourelle: «Come ai tempi del liceo, quando solo, con mia madre che sferruzzava, studiavo Omero o Virgilio, entrambi presenti, entrambi in silenzio e profondamente felici" Signore, tu ci sei sempre e io sono felice perché noi siamo insieme».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: