sabato 1 maggio 2010
Anna, ma come fai ad essere sempre così generosa verso gli altri? Quando ti si presenta qualcuno che ha bisogno è certo che non partirà a mani vuote. Eppure non sei ricca, non frequenti l'alta società che potrebbe aiutarti, non sei elegante e quando ti si incontra, si vede che non spendi per te. La tua bellezza è nel tuo modo di essere. Volontaria per vocazione? Dove c'è pena, abbandono, malattia si è certi di trovarti piegata sul malato, sorridente con l'anziano, allegra e piena di giochi con i bambini. Come fai in mezzo a questa vita nella quale siamo immersi come in un lago pieno di alghe che ti legano e non ti fanno uscire dall'acqua?
«È facile: bisogna guardare alle piccole cose, contare sui piccoli aiuti senza aspettarsi troppo. Bisogna credere nella bontà della gente e chiedere senza paura, senza stanchezza. Qualcosa si ottiene sempre anche dall'uomo peggiore. Forse, più avanti, avrà un momento di riflessione e di pentimento e si ricorderà di te che chiedevi non per il tuo bene, ma per quello degli altri. Non è sempre importante ricevere l'oggetto di cui si ha bisogno, basta anche aver sollevato un dubbio, un sentimento. Qualche cosa succederà».
«Ma non ti prende mai lo scoramento? Non ti colpisce la malattia di un amico, la disperazione di un giovane che ha perduto il lavoro, chi cade nella droga e ha solo un desiderio di morte, chi ha ucciso in un momento di rabbia e vorrebbe non essere mai nato?»
«Queste sono ancora cose umane. Peggio è la malizia, la vendetta lasciata crescere nel silenzio, la falsità delle promesse che non avranno mai esito, l'inganno, la doppiezza. Potrei dirtene altre ,ma farei un quadro troppo oscuro a te che sei giovane e devi vivere. La generosità e l'amore nascono con il primo grido alla luce, bisogna insegnarlo ai bambini, bisogna farlo scoprire agli adulti che pensano di averli perduti. Si deve ricordarlo agli anziani quando la società li abbandona nelle case di riposo. Anche loro hanno bisogno di un sorriso, di una carezza, di qualcuno che ascolti i loro appannati ricordi.
«Ma noi non abbiamo tempo. Dobbiamo studiare, lavorare, conoscere, fare esperienze».
«Il volontariato non è qualcosa che devi fare a pieno ritmo, ogni giorno. Spesso lo si fa senza accorgersene, come stare vicino ad un amico che ha bisogno di appoggio, sollecitare in chi insegna o scrive per lavoro interessi nuovi, quando dai una moneta a un povero e lo guardi negli occhi, gli dai un saluto, gli fai capire che lo rispetti anche nella sua povertà e nel suo degrado».
«Ho letto una tua poesia dove parli di un bambino e dice così: Raccolta la bruna chioma sull'acerba figura di niente vestita, in grandi scarpe i nudi piedini, da vecchia mantella protetta, le arrossate manine tendevi. Triste apparizione agli occhi miei in quella fredda sera tra accecanti fari nel rumoroso rientro vacanziero..»
«La notte una grande città cambia aspetto. Nelle piazze di periferia, dove poca è la luce, vedi passare delle povere figure e credi siano fantasmi. Sono invece uomini e donne che portano in giro il loro corpo avvolto negli stracci e lo spirito annebbiato dalla miseria, dalle contraddizioni della vita. A volte basta offrire poco, anche solo parlare e dare loro la mano senza mostrare disagio. Far capire che anche tu potresti essere al loro posto se fossi caduta nella sfortuna e nell'oblio».
«Ti firmi bisnonna, ma hai l'animo giovane. Anna, grazie».
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