giovedì 6 aprile 2023
Si affacciano sui quotidiani, ancora troppo timidamente, temi ben presenti tra noi ma spesso equivocati, celati, di cui si parla malvolentieri. L’autismo è entrato in cronaca per la domenica del presidente Mattarella a PizzAut, con spazio ampio di alcuni e nullo di altri. Tra questi c’è pure il “Fatto” (4/4) che in un magro colonnino punzecchia: «A PizzaAut mancava l’assessore», che ha preferito altri eventi; però mancava anche il “Fatto”, che ha preferito non andarci proprio. E poi c’è la depressione, che ancora troppi guardano con diffidenza e disapprovazione, come non una malattia ma una sorta di trappola in cui il depresso si ficca di proposito, per mancanza di impegno, sentendosi spronare: «Sforzati», «Reagisci», «Un po’ di buona volontà, suvvia». Tutte esortazioni che in genere contribuiscono ad accentuare il malessere. Per una singolare coincidenza sulla “Repubblica” (5/4) Elena Dusi presenta a pagina 17 una ricerca pubblicata su “Science”, titolo e sommario: «Le basi biologiche della depressione. “Come un freno a mano nel cervello, un nuovo farmaco ora è possibile”. Dietro la perdita di stimoli ci sarebbe un comune aminoacido, la glicina. L’obiettivo diventa disinnescare il suo recettore». Corretto e lodevole l’uso del condizionale «sarebbe». Poi giri pagina e t’imbatti nell’intervista di Concetto Vecchio a Claudio Baglioni. Domanda: «Ha ammesso che la depressione è stata “una fedele compagna di vita”». Risposta: «Ogni tanto torna. Adesso però è un buon momento». Per fortuna è “buono”. Baglioni racconta: «L’anno scorso all’Opera di Roma mi sono seduto alla tastiera e mi è partito un attacco di panico». «E che cosa si fa in questi casi?». «Eh! Ho continuato a suonare, e piano piano mi è passato». Forse non era proprio panico ma tanta, tanta ansia, opprimente ma governabile. Chi sembra abitare un lungo, quasi eterno cattivo momento è Aldo Agroppi, già calciatore e allenatore, intervistato sul “Giornale” (5/4) da Nino Materi. Agroppi: «Il calcio dovrebbe essere un’altra cosa». Materi: «Che cosa esattamente?». Agroppi: «Felicità, il contrario della depressione, la bestia che da decenni mi divora l’anima e che mi fa morire lentamente. Ogni giorno ho un appuntamento fisso con le pillole». Era un gran calciatore e un ottimo allenatore, Agroppi. Chissà che carriera senza «la bestia». © riproduzione riservata
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