giovedì 3 settembre 2015
Ieri, anche qui, tante pagine su assoluzione dell'aborto. Citarle tutte esaurirebbe l'intero spazio. L'aborto è e resta soppressione di vita innocente e peccato, ma di fronte a vero pentimento ogni prete potrà assolvere. Tradimento di dottrina? No. Francesco ricorda un principio da sempre in vigore: «Il perdono di Dio a chiunque è pentito non può essere negato quando con cuore sincero (ci si) accosta al sacramento della Confessione per ottenere la riconciliazione con il Padre»!Quindi l'eccezione finora, per la lettera del codice canonico, era il "no" con rimando al vescovo o ai suoi delegati, che molto spesso non poteva non finire nel nulla! In realtà, se ogni confessore può in nome di Dio dire "Io ti assolvo", l'eccezione anomala, pur sancita dalla lettera delle norme, era il "no" al perdono. Il ministero-magistero di Francesco è perfettamente coerente nell'annuncio della misericordia, e si conferma – cosa non sempre avvertita ieri in molte pagine – con l'affermazione della validità dell'assoluzione anche se impartita «da sacerdoti della Fraternità di San Pio X», i cosiddetti «lefebvriani».Comunque la si prenda, questa apertura di misericordia senza confini decisi da noi, aperta alla sincerità del pentimento reale, è un saggio di questi tempi di rinnovata confessione della fede di sempre e di rinnovamento reale della pastorale nella vita della Chiesa Cattolica. E la novità va ben oltre il Giubileo! A meno che non ci sia chi pensi che a fine 2016 i confessori dovranno riprendere il bastone del "no", tornando alla prassi precedente. Sembrerebbe strano, con spazio all'accusa che su matrimonio e sessualità le porte della misericordia diventano più strette. E invece «Dio non si stanca mai di perdonare!». Perciò qui ieri il titolo in prima: «Tutte aperte le porte della Misericordia!».
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