giovedì 9 maggio 2013
A Pasqua si va a Gerusalemme. È normale. Niente da dire.I fedeli osservanti ci vanno. E anche quelli meno osservanti. Quelli in cerca di affari, di combinazioni. O per rompere la noia. Simone non ha avuto bisogno di discuterne con suo fratello Andrea né con un altro dei pescatori che ha deciso di seguirli, un ragazzo di nome Giacomo, fratello del giovane sacerdote Giovanni, figli di Zebedeo. I due sono chiamati "figli del tuono" perché hanno temperamento acceso. Quando ci sono si nota. Gesù ha detto loro: «Andiamo» e non ci sono state discussioni. I buoni ebrei lo fanno. Gesù cammina silenzioso, i suoi lo seguono, lo circondano. Non veste come un sacerdote, né come i rabbì. Lo potresti confondere con uno di loro, un pescatore, un commerciante. Ma ormai le voci lo rincorrono da quando ha cominciato a prendere parola nelle sinagoghe e a imporre le mani a malati. A Nazareth si è alzato e ha commentato il passo di Isaia dove si parla dell'Unto del Signore che porta il lieto annuncio dal cuore di pietra dei secoli. Ha detto: davanti ai vostri occhi… Quella gente piena di parole ruminanti in testa si è sdegnata. Hanno alzato la voce, lo hanno portato fuori. Lui sembrava assente. Lo volevano uccidere. Ma non hanno avuto il coraggio, gli hanno dato del pazzo biascicando tra i denti.
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