Dalla spiritualità orientale una voce che c’insegna la radice della fratellanza
domenica 29 gennaio 2023
«All’uomo che ama Dio si addice ed è giusto amare l’umiltà e restare nella sua condizione di umiltà. Poiché se la sua radice è piantata nella terra, i suoi frutti salgono davanti al Signore di grandezza». Se sapessimo riconoscere il debito che nutriamo verso la vita, che è dono gratuito, forse sarebbe più facile riconoscerci come fratelli e costruire un mondo di pace. Un saggio insegnamento che trova forza nell’eredità spirituale di sant’Afraate, anacoreta siriano vissuto tra il III e il IV secolo, testimone di una tradizione cristiana orientale non ancora influenzata dal pensiero classico greco e libera dalle controversie cristologiche che segnavano all’epoca l’Occidente. Nato attorno al 270, la sua famiglia era originaria dell’Adiabene, regione della Mesopotamia del nord, parte dell’Impero persiano e oggi in Iraq. Conosciuto come “il sapiente persiano”, Afraate è trai più antichi autori cristiani di lingua siriaca, testimone di una Chiesa di lingua semitica molto vicina alla tradizione giudaica. Sono giunte fino a noi le sue «Demonstrationes», una raccolta di 23 opere tra discorsi e omelie, ordinati secondo il criterio alfabetico, dalla prima alla 22ª lettera dell’alfabeto siriaco. Il 23° testo, un’appendice, è una lettera indirizzata ai “Figli dell’Alleanza”, la comunità monastica alla quale apparteneva Afraate. Visse probabilmente nel monastero di Mar Mattai e secondo alcuni studiosi fu abate e poi vescovo. Altri santi. San Costanzo di Perugia, vescovo e martire (II sec.); san Valerio di Treviri, vescovo (III-IV sec.). Letture. Romano. IV Domenica del Tempo ordinario. Sof 2,3; 3,12-13; Sal 145; 1Cor 1,26-31; Mt 5,1-12. Ambrosiano. Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. Sir 7,27-30.32-36; Sal 127 (128); Col 3,12-21; Lc 2,22-33. Bizantino. 2Tim 3,10-15; Lc 18,10-14. t.me/santoavvenire
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