mercoledì 7 settembre 2016
I promessi sposi, al tempo delle traversate in mare, si chiamano Sarah e Benjamin. Lui è partito dalla Nigeria cinque anni prima di lei. Difficile sperare di incontrarsi di nuovo in Europa, ma Sarah non si è arresa ed è venuta a cercarlo. Qualche giorno fa il lieto fine in una chiesa di periferia, la Santa Famiglia di Taranto. Sarah ha indossato l'abito da sposa che 25 anni prima, nello stesso giorno, fu di una mamma tarantina, la mamma di Ylenia. Lei, giovane volontaria e presidente di «Ohana», associazione che da qualche anno si occupa di dare sostegno ai migranti che sbarcano in città, si è prodigata tanto perché la giovane realizzasse il suo sogno. Sarah per questo l'ha scelta come testimone. Vivono di lavoretti di fortuna, Sarah e Benjamin. Una cerimonia con invitati, banchetto, musica, torta nuziale, spumante e confetti non potevano permettersela. Per questo sono intervenuti i volontari di «Ohana» che, con una piccola cifra a testa, hanno comprato addobbi e preparato il catering per la festa, che si è svolta nel giardino della parrocchia. Tra i banchi c'erano i tarantini che si spendono nel volontariato ma soprattutto tanti nigeriani, che con il passaparola hanno saputo della festa di matrimonio dei due connazionali e sono arrivati a gruppetti, percorrendo tutta la città a piedi o in bici, pur di esserci. La famiglia intanto si è allargata. Adesso c'è anche una bambina, che i due hanno fatto battezzare appena nata, qualche mese fa. E il sogno ora è un altro: portare in Italia, in sicurezza, il primogenito Prince, rimasto in Nigeria con la nonna.
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