Da Milone e Daippo a Falcinelli. Tutto normale per Crotone
mercoledì 12 aprile 2017
Diego Falcinelli, attaccante del Crotone, passerà alla storia. Domenica scorsa, grazie a una sua doppietta, la squadra di calcio calabrese composta da una rosa di 26 atleti il cui valore complessivo è un po' inferiore a quello del solo Ivan Perisic, ha clamorosamente steso l'Inter e riaperto i giochi per la salvezza. Storico, sì, ma soltanto se guardiamo alla storia dello sport con la polaroid del presente. Se invece apriamo lo zoom, scopriamo come sia esistito un tempo in cui la città di Crotone era il punto di riferimento dello sport più importante mai esistito: quello degli antichi Giochi Olimpici.
Crotone, venne fondata nel VII secolo a.C. da una manciata di coloni Achei su richiesta, niente di meno, dell'Oracolo di Delfi. Diventò presto una città importantissima e strategica della Magna Grecia dove la pratica ginnica era molto diffusa e ampiamente consigliata dalla famosa scuola medica locale quale mezzo da associarsi alla dieta per garantire la salubrità del corpo. Insomma, uno spirito e un corpo ben alimentati, iniziarono a produrre schiere di campioni. Il pugile Daippo di Crotone, fu il primo atleta non peloponnesiaco a vincere ai Giochi Olimpici del 672 a.C. Dopo di lui, 19 atleti crotonesi vinsero nelle 28 edizioni successive dei Giochi, collocando Crotone, in quello che poteva essere considerato una sorta di "medagliere" dell'epoca, ben davanti ad Atene e, lassù in cima, a rivaleggiare con Sparta. Fu addirittura coniato un proverbio: «L'ultimo dei Crotoniati è il primo dei Greci!».
Tuttavia il meglio doveva ancora arrivare. Crotone, infatti, vanta fra i suoi concittadini illustri il più incredibile campione olimpico della storia. Non uno dei tanti, il più incredibile. Uno, per dire, molto più forte di Usain Bolt. Si tratta del lottatore Milone, vincitore nella lotta di sei edizioni consecutive dei Giochi Olimpici, fra il 540 e il 512 a.C. Fu il più grande rappresentante di una vera "scuola dello sport" crotonese basata su principi medico-scientifici e di alimentazione particolarmente evoluti, almeno per i tempi. Pitagora in persona, il fondatore di una delle più importanti scuole di pensiero dell'umanità, si interessò all'atletismo e all'agonismo, valori che permeavano la classe aristocratica crotoniate cui il filosofo era legato.
In quel luogo magico dove si costruiva un pensiero che si nutriva delle contaminazioni fra matematica, astronomia, filosofia, sport fu lo stesso Pitagora a introdurre una dieta a base di carne per gli atleti in allenamento. Milone, almeno secondo la tradizione, prima salvò Pitagora dal crollo di un tetto, tenendo in piedi una colonna con la sola forza delle sue braccia, poi ne sposò la figlia Myia. Si allenava con un vitello sulle spalle e aveva una statua a lui dedicata a Olympia, donata da un fan dell'epoca, che lo ritraeva a piedi uniti in equilibrio su un disco.
Trovò anche il tempo di distinguersi combattendo per la difesa della sua città indossando, oltre a una pelle di leone, la corona di alloro dei campioni olimpici. Citato nelle opere di Rabeleis, Shakespeare e Dumas, sono dedicati a lui quadri e statue in mezzo mondo, Louvre compreso. Proprio una copia della statua esposta nel museo parigino e realizzata da Pierre Puget per Luigi XIV, il famoso Re Sole sorge oggi in città, davanti al PalaMilone, palazzo dello sport a lui dedicato. Insomma: il più forte atleta della storia, arriva proprio da questa terra straordinaria.
Nel 512 a.C. (perché quel giorno arriva per tutti…) finì l'egemonia olimpica di Milone. Un giovane, di nome Timositeo, sconfisse quella leggenda vivente. Sapete da dove veniva? Domanda retorica: da Crotone, naturalmente.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: