Da Chiambretti le solite ambiguità
venerdì 2 novembre 2018
Il primo obiettivo della nuova Rete4, come scritto a suo tempo, era di bloccare la deriva populista sulla quale si era avviata. Per questo sta rinunciando alle piazze per dare spazio a un racconto più moderato ad esempio con Barbara Palombelli che con Stasera Italia è tornata alla politica accanto agli altri nuovi programmi di approfondimento come Quarta Repubblica con Nicola Porro e Viva l'Italia condotto da Gerardo Greco, chiamato a guidare il cambiamento della rete e a firmare anche il nuovo Tg4. Intanto, in attesa di Roberto Giacobbo e del suo Freedom, è partito il nuovo varietà di Piero Chiambretti, La repubblica delle donne (il mercoledì alle 21,25), che di nuovo ha ben poco, se non il titolo con l'aggiunta dell'acronimo #CR4 e l'orario della messa in onda. Per il resto Chiambretti sta riproponendo il suo solito programma in prima serata, anziché in seconda. La repubblica delle donne, più che un'analisi dell'universo femminile, è la solita carrellata di personaggi più o meno ambigui, a partire dal fedele Cristiano Malgioglio, che si presenta vestito da geisha, fino a Drusilla Foer (all'anagrafe Gianluca Gori) passando per Amanda Lear di cui si continua a dubitare sull'identità sessuale. Ad arricchire il parterre arriva anche Alfonso Signorini, che comincia a essere come il prezzemolo. Sorgono dubbi persino su come riesca a dirigere un giornale stando sempre in tv. Ad abbassare il livello dello show, se mai ce ne fosse bisogno, contribuisce anche una scatenata Alessandra Mussolini, che oltre a difendere le doti politiche dell'ingombrante nonno e dire che le “piacicchia” l'attuale governo, sembra ambire al ritorno in quel mondo dello spettacolo da cui era partita e che oggi è sempre meno distante da quello della politica. Nel corso della serata, che per fortuna finisce a mezzanotte in punto interrompendo lo squallido argomento delle bambole sexy in silicone affittate e consegnate a domicilio, compaiono anche Iva Zanicchi, Barbara Alberti e Alda D'Eusanio, che nello spazio delle “storie tese” intervista Rodrigo Alves, il Ken Umano, che in quanto ad ambiguità non scherza, a parte essere ormai ospite quasi fisso di Barbara D'Urso. Sorvoliamo, infine, sulle battutine a doppio senso con cui Chiambretti condisce questo suo eterno ritorno dell'uguale (e non ce ne voglia il filosofo per l'uso improprio del concetto).
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