Da Byrd a Britten, la gloriosa storia della musica per la liturgia anglicana
domenica 22 gennaio 2012
Il cofanetto The English Anthem Collection è molto più di una semplice antologia di musica sacra; ogni brano raccolto in questo imponente progetto discografico rappresenta infatti un singolo tassello che contribuisce a ricostruire il grande mosaico di 450 anni di storia artistica e religiosa della Gran Bretagna (4 cd pubblicati da Alto e distribuiti da Milano Dischi).
Ne è appunto protagonista assoluto l'Anthem, forma musicale corale su testo in lingua inglese nata inizialmente come risposta al mottetto cattolico "a cappella", ma poi sviluppatasi secondo caratteri autonomi e peculiari, divenendo nei secoli (fino ai giorni nostri) uno dei principali punti di riferimento per intere generazioni di compositori. A dispetto degli inevitabili cambi di stile, linguaggio e di gusto registrati nel tempo, gran parte delle pagine riunite in questa raccolta continuano infatti a essere eseguite durante le principali funzioni liturgiche sin da quando sono state scritte, ma molte sono il frutto della fertile creatività di autori contemporanei.
Queste incisioni rappresentano dunque la colonna sonora di un lungo viaggio che trova il proprio punto d'osservazione privilegiato nelle principali tappe evolutive di questa diffusa tipologia di inno anglicano; al Coro del Magdalen College di Oxford, antica e blasonata istituzione fondata nel lontano 1480, spetta il ruolo virtuale di "Virgilio musicale" lungo un'articolata sessione di registrazioni realizzate in un periodo compreso tra il 1983 e il 1988 sotto la guida dell'allora Informator Choristarum John Harper.
Tralasciando il giudizio espresso dai più autorevoli manuali di storia della musica, la domanda sorge spontanea: quale può essere considerata l'età d'oro dell'Anthem? Quella del periodo elisabettiano e delle polifonie tardo-rinascimentali di maestri come Byrd e Tallis? La sontuosità barocca del sommo Purcell, la grande scuola otto-novecentesca di Stanford, Vaughan-Williams, Holst, Walton e Britten o le istanze moderne degli idiomi compositivi utilizzati da Howells, Bennett e Tavener? Una risposta definitiva forse non esiste, ma questo cofanetto offre sicuramente un valido strumento perché qualsiasi ascoltatore possa esprimere un suo personale punto di vista.
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