Creatività in tempo di pandemia: ma sanificare non è santificare
venerdì 6 novembre 2020
Già altre volte attraverso la Rete ho ricevuto messaggi pubblicitari di articoli religiosi. Ma stavolta il canale non è un algoritmo che mi crede un prete, bensì la chat parrocchiale: sorridendo, vi è stato condiviso il video promozionale di una sedicente «acquasantiera digitale». Penso a un altro caso di creatività in tempo di pandemia, mentre trovo che ne parla anche un quotidiano online, “VareseNews” ( bit.ly/32hPmLZ ). Un’azienda di Piacenza commercializza da metà ottobre, su un sito ( bit.ly/38hs6BA ) e su una pagina Facebook ( bit.ly/32dDvP0 ) appositamente creati, un marchingegno, chiamato “Michael”, che promette molto: informarci sul distanziamento sociale in chiesa; misurarci la febbre e dunque ammetterci alle funzioni o respingerci (il segnale viene da una croce–semaforo); erogare un gel igienizzante (a base di alcol e profumo di bergamotto); raccogliere le offerte e perfino compilare statistiche giornaliere sulle temperature dei fedeli. Il video, in perfetto stile televendita, ha una versione più lunga (più di 3mila visualizzazioni sul canale YouTube) e una breve, che sulla pagina Facebook conta 500mila visualizzazioni e migliaia di reazioni, commenti e condivisioni (tra ironia, sarcasmo, gratuità trivialità e qualche approccio più serio). L’idea potrà sedurre più di un parroco, che aggirerà il costo proibitivo dell’acquisto grazie all’alternativa di un noleggio. Ma trovo non accettabile che la pubblicità sovrapponga, deliberatamente, la santificazione alla sanificazione, definendo questo oggetto una «acquasantiera» e suggerendo che tramite esso il fedele potrà, igienizzate le mani, farsi anche «il segno della croce con il liquido che sarà stato precedentemente benedetto dal parroco». Per non dire dei riferimenti, esplicitati sull’home page ben oltre il nome del prodotto, al potere dell’arcangelo Michele contro le epidemie. D’accordo che si tratta di comunicazione pubblicitaria e non giornalistica, ma non per questo tutto è permesso.
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