domenica 10 aprile 2011
Questa è una bella storia vera, in tre puntate, che sarebbe piaciuta a Giovanni Guareschi, il "padre" della celebre accoppiata "Peppone-Don Camillo", sindaco comunista e parroco di Brescello, Reggio Emilia, paese un tempo "rosso". A soli 25 chilometri c'è Correggio, stessa provincia, "centrosinistra". La storia è ricostruibile su l'Unità, edizione Emilia Romagna, pag. 9. Eccola: martedì 15 marzo, titolo a intera pagina: «Correggio, alternativa all'aborto, insieme Comune e Movimento per la vita»; testo: «Attivato un percorso che prevede un piccolo contributo economico " 150 euro al mese " e altre forme di assistenza alle donne che decidono di non interrompere la gravidanza». Il consigliere provinciale Marcello Stecco, «cattolico del Pd», parla di «un punto di riferimento per l'intero territorio reggiano». Sedici giorni dopo sull'Unità (giovedì 31) sempre pag. 9: «Appello al Pd, in difesa della legge 194 fermate il modello correggese»; testo: «Un attacco alla legge 194, un apripista pericoloso, perché potrebbe estendersi ad altri comuni della Provincia e si lascia ampio spazio alle associazioni di volontariato» (MpV, Croce Rossa e Caritas); le dichiarazioni sono di un'esponente Sel, che ignora che l'art. 2 della legge lo prevede. Analogo appello di 11 big di Rifondazione su Liberazione (mercoledì 6). Ma la storia è a lieto fine: sempre sull'Unità, pag. 9 (venerdì 1) Marzio Iotti, sindaco di Correggio, resiste alle pressioni politiche e del giornale: «Una sperimentazione nell'alveo della 194. Non si comprende perché l'applicazione della legge possa rappresentare un precedente pericoloso. Non è gravidanza contro prezzo: dignità della donna e diritti del nascituro non sono in vendita». Bravo Peppone.

VOLTAIRE IN SOFFITA
Povero Voltaire! La sua bandiera era: «Non condivido le tue idee, ma combatterò fino alla morte per difendere il tuo diritto ad esprimerle», ma i cosiddetti "laici" l'hanno ammainata. Perché "le tue idee", stavolta, sono di un cattolico un po' speciale (lo storico Roberto De Mattei). Il laicismo anticattolico e la voglia di prendersi la sua sedia di vicepresidente del Consiglio nazionale delle ricerche hanno mandato in soffitta anche il maggior profeta dell'Illuminismo. «La notizia è che, entro un paio di mesi " scrive La Stampa (venerdì 8) " il Cnr rinnoverà il consiglio di amministrazione» e quindi il dubbio è che «lo martirizzino (De Mattei), perché non ne faccia parte» e qualche candidato laicista ne prenda il posto. Dopo il caso dello tsunami da considerarsi «una voce paterna della bontà di Dio» (conversazione di De Mattei a Radio Maria, cito da La Stampa), è scoppiato quello della caduta dell'impero romano per «la presenza diffusa di omosessuali» (idem, cito da Il Fatto quotidiano, mercoledì 6). Si tratta, ovviamente, di opinioni discutibili (e infatti discusse): nel primo caso, per esempio, si potrebbe citare 1Re 19, 11-13 ("Dio non era nel terremoto") e, nel secondo, 2Pt 3,9 e Benedetto XVI, 13 marzo, Angelus ("Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva"). Se è vero che quella poltrona fa gola a qualcuno, ma anche se non è vero, sono sempre indebite "ingerenze" censorie in ambiti di dibattito culturale ed ecclesiale e nei ragionamenti svolti su una radio privata che costringono Voltaire a smentirsi davanti a uno scranno.
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