Controverso ma inimitabile il Toscanini di Sylos Labini
martedì 13 maggio 2025
«Morirò senza aver capito le donne e l’intonazione dei contrabbassi». È una frase ironica, attribuita ad Arturo Toscanini, che Edoardo Sylos Labini, conduttore di Inimitabili (la domenica in seconda serata su Rai 3), utilizza non tanto per alludere ai misteri della musica, quanto per sottolineare l’interesse del grande direttore d’orchestra per l’universo femminile. A dire il vero Sylos Labini si spinge ben oltre parlando di un uomo ossessionato dalle donne e di lungo catalogo di amanti. Insomma, la prima immagine che di Toscanini offre la puntata di Inimitabili a lui dedicata è quella del donnaiolo a dispetto dell’apparenza. Dopo di che arriva il genio della musica, il direttore d’orchestra dalla memoria fotografica che dirigeva senza spartito, il terrore degli orchestrali per il suo rigore, la sua passione e la sua intransigenza, l’uomo dal carattere irascibile e dalle sfuriate (una di queste ci viene fatta risentire dalla viva voce), ma anche il maestro che ha innovato il ruolo, che ha «moralizzato – come spiega Riccardo Muti – il concetto di esecuzione dell’opera», ideato la grande buca per l’orchestra e proibito i bis dopo le romanze più note. Senza dimenticare l’attrazione iniziale per il movimento fascista e per D’Annunzio, ma anche la contrapposizione successiva tanto da essere aggredito dalle camice nere, fino al rifiuto della nomina a senatore a vita offertagli nel 1949 dall’allora presidente della Repubblica, Luigi Einaudi. È dunque, come suol dirsi, un Arturo Toscanini a tutto tondo quello che in chiave nazional-popolare propone Sylos Labini in questa seconda stagione di Inimitabili, che comprende anche Luigi Pirandello, Oriana Fallaci e Curzio Malaparte. Tutti personaggi fuori dal comune, segnati dall’italianità, punti di riferimento di una certa cultura e di una certa idea di politica come lo erano Gabriele D’Annunzio, Filippo Tommaso Marinetti, Giovannino Guareschi e Giuseppe Mazzini protagonisti della prima stagione. Sono comunque uomini e donne con un percorso biografico inimitabile, per dirla con il titolo di questo programma di Rai Cultura (scritto da Sylos Labini con Angelo Crespi, Clemente Volpini, Roberto Fagiolo e Massimiliano Griner per la regia di Claudio Del Signore) che prende spunto da una famosa frase di D’Annunzio: «Il mio vivere è inimitabile». Nel proporli, Sylos Labini, che nasce attore, è molto teatrale. Non a caso di Inimitabili esiste anche una versione per le scene, ovviamente diversa da questa in forma di documentario storico con brani di recitazione, interviste, documenti inediti e riprese dei luoghi dove i protagonisti hanno vissuto e agito. Una sorta di atti unici con il linguaggio della tv su personaggi di rottura e di passione, visionari e anticonformisti, verso i quali, pur non condividendo per forza idee e azioni, non si può non avvertire un certo fascino, perlomeno a livello istintivo. © riproduzione riservata
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