venerdì 11 novembre 2011
Tutto è possibile, in pagina, anche ciò che parrebbe impossibile. Ieri ("Manifesto", p. 11: "Tra Chiesa e sessualità un rapporto secolare") Fabio Bozzato «dialoga con la teologa Stephanie Knauss». Titolo ovvio, non così i contenuti. Il pezzo è «da Padova», ed ecco subito Bozzato ironico su «Antonio tormentato dai desideri dei sensi»: banalità volgarizzata e confusione tra almeno due "santi" diversi. Ma il peggio viene dopo, nell'elenco all'ingrosso di tutti i "ritardi" della Chiesa su matrimonio, omosessualità, celibato, pedofilia, transgender, variazioni lgbt ecc... Con queste premesse negative e accusatorie, arriva la domanda finale: «Tuttavia alla Chiesa si riconosce ancora una enorme autorità morale e grande peso politico». Certo. A pensarci su, qui è il problema, e da 2000 anni! Ma arriva la risposta della "teologa", semplicemente sbalorditiva. Lei ricorda eccezioni, ma rarissime, un «gesto grande» come le parole di Giovanni Paolo II contro la guerra in Iraq, ma conclude così: «Quello che sorprende è che la Chiesa pare afona in ambiti dove potrebbe avere tanto da dire, dalla sofferenza sociale alla crisi. Voi avete sentito religiosi autorevoli su questi temi?». Su «sofferenza sociale» e «crisi» lei e il Bozzato, che devoto trascrive, non li hanno sentiti. Ma è così? Cari Knauss e Bozzato, vi tocca… abbozzare. Quanto al "sentire" ci sono state tantissime parole antiche e recenti di Benedetto XVI e da noi anche dei vescovi sulle ingiustizie sociali e sulla crisi economica mondiale. E la Chiesa, dalla Cei alla Santa Sede, sulle "sofferenze sociali" non parla solo, ma lotta ovunque e in tanti modi. Il problema sono orecchi che non sentono e occhi che non vedono!
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