venerdì 15 novembre 2002
Paragoni. E scelte. "L'Italia è casa mia! In casa mia non entra nessuno se io non do il permesso!" Così l'altra sera a "Ballarò" (Raitre) l'on. Francesco Speroni, perentorio e in un contesto inequivocabile a proposito di immigrazione: chiede che non si diano più permessi di ingresso, anzi si caccino tanti che sono dentro, e si impedisca di entrare a tanti che bussano fuori. Mentre scrivo, ieri mattina, alla tv Giovanni Paolo II a Montecitorio raccomanda all'Italia, nel contesto di un'Europa sempre più ampia, di "aprire le porte a Cristo" e a quelli che sono la sua immagine viva, i più poveri e abbandonati, quindi gli immigrati, "al di là delle barriere di lingue e culture diverse"" Bel confronto! L'Italia chiusa a tutti, se non lo dico io, e l'Italia aperta a tutti. Dite che non c'entra niente, che le due cose vanno distinte, e che la prima non c'entra con la seconda? A parte la rivendicazione dell'italianità, che da parte leghista suona nuova, a me non pare, e il confronto è secco. Una scelta: con Francesco Speroni o con Giovanni Paolo II? Altro confronto: leggo su giornali e giornaletti vari grandi lanci di promozione del nuovo calendario Pirelli, che è una "leggenda", e che quest'anno spoglia anche uomini. Leggo anche, non sui giornaletti, però, bensì sui grandi giornali - altro contesto, altri toni e senza foto nude - che "la Pirelli licenzia 2400 lavoratori e chiude sei fabbriche". Dite che non c'entra niente, che le due cose sono diverse? A me non pare. Giovanni Paolo II, ieri, ha parlato anche di quelli che restano senza lavoro. Forse anche qui si tratterebbe di una scelta" Bel dilemma!
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