
Non possiamo alla ripresa settimanale di questa rubrica non segnalare il successo della puntata di domenica scorsa di Che tempo che fa, condotta da Fabio Fazio su Nove, con la presenza di papa Francesco (di cui si parla a parte) e di Cecilia Sala per la prima intervista televisiva dopo la detenzione in Iran. Un doppio colpo che con quasi 2 milioni e 500 mila telespettatori ha portato Nove a essere la seconda rete più vista in prima serata. Merito indubbiamente di Fazio, che continua ad alternare saggiamente profondità e leggerezza (da quest’ultimo punto di vista andrebbe segnalato anche un terzo colpo: la presenza nella stessa serata di Max Pezzali, cantautore tornato al grande successo), ma soprattutto Che tempo che fa resta uno dei pochi talk televisivi che aiuto in modo pacato il telespettatore a riflettere, a capire. In questo senso un contributo alla comprensione, domenica e nelle due serate precedenti, è arrivato anche dal documentario Democracy in America - Il ritorno di Trump in un Paese diviso, a cura di Giovanni Troilo, andato in onda in tre parti su SkyTg24 e Sky Documentaries (disponibile on demand), che offre uno spaccato autentico e profondo degli Stati Uniti seguendo una competizione elettorale locale in Texas, nella Contea di Gregg. Da un lato Marlena Cooper, prima candidata democratica donna e di colore; dall’altro Jay Dean, il candidato repubblicano uscente. Una sfida che va oltre la semplice contesa politica, diventando simbolo delle profonde frammentazioni che attraversano l’intera nazione. Il documentario si addentra infatti nelle dinamiche di una comunità divisa, raccontando non solo i candidati, ma anche le persone comuni che popolano una contea dove le armi circolano come nel Far West e dove anche la religione, con le tante confessioni, gioca un ruolo importante. Non a caso all’argomento è dedicata l’intera seconda parte: In God we trust (Confidiamo in Dio). Ognuno dei tre capitoli presenta infatti aspetti diversi della vita politica e sociale della comunità, mostrando quanto la realtà locale possa rappresentare un microcosmo delle tensioni nazionali. Un mosaico umano che riflette le contraddizioni e le speranze di una nazione in cerca di un nuovo equilibrio. Da un punto di vista formale, l’interessante è che Democracy in America è realizzato senza commento e con i sottotitoli, quindi senza voce fuori campo e senza doppiaggio. Per la cronaca, Marlena ha ottenuto il 25,7% dei voti contro il 74,3% di Jay Dean. Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti con il 49,9% dei voti contro il 48,4% di Kamala Harris, guadagnando però 312 seggi contro i 226 dei democratici. Intanto ieri sera, dopo la cerimonia di insediamento di Trump alla Casa Bianca seguita dalle televisioni di mezzo mondo, le tre puntate del documentario sono state riproposte una dietro l’altra su Sky Documentaries.
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