Con Michele Pozzobon e Arvo Pert anche il silenzio è musica per la fede
domenica 19 ottobre 2003
Che cosa rappresenta il silenzio nella musica? Una semplice assenza di suono, un momento di stacco tra un movimento e l'altro di un'opera, una pausa carica di tensione emotiva? La risposta offerta da Michele Pozzobon e dal suo Ensemble Laborintus nel disco Tecum Principium (pubblicato dall'etichetta BDS-FLY Records e acquistabile solo attraverso prenotazione al numero telefonico 0422.422362) si impone con autorevolezza: il silenzio è il punto di partenza originario della musica, la condizione imprescindibile per aprire la strada alla concentrazione, alla meditazione, alla ricerca. Solo così si può comprendere in profondità il significato di un programma di grande impatto e intensità espressiva, in cui troviamo raccolti quattro lavori scritti dallo stesso Pozzobon (classe 1955) - Salve Regina, In monte Oliveti Splendor Paternae gloriae e l'affascinante Tecum principium - e altrettante opere del compositore estone Arvo Pärt (classe 1935) - Fratres, The woman with the Alabaxter Box, En sang vor langen Jahren e lo splendido Magnificat. Otto pezzi chiamati a evocare un mondo sonoro in qualche modo familiare, che si ha la sensazione di conoscere già per averlo frequentato anche solo di sfuggita, magari per caso; un'arte senza tempo, che trova la propria ispirazione e lo sbocco naturale in una sintesi ideale tra richiami stilistici del passato e istanze creative del presente. Ecco allora che un violoncello in lontananza, la flebile emissione di una voce umana o il composto incedere di un coro, ma anche rapide figurazioni strumentali o improvvise accensioni melodiche rappresentano via via il vocabolario di riferimento intorno al quale si ricostruisce un universo poetico di forte suggestione. In questo senso il cd Tecum Principium rappresenta la testimonianza esemplare di come nel Terzo Millennio si possa concepire una musica a cui la gente si può avvicinare senza timori reverenziali o complessi di inferiorità; un'espressione artistica mai scontata o banale, che non presenta nulla di particolarmente innovativo o di forzatamente provocatorio, ma che, soprattutto, sa comunicare, cercando di offrire una risposta alla domanda di un uomo che ricerca. E che nel silenzio si pone all'ascolto di una voce che vuole parlare al suo cuore.
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