Con la forza del Crocifisso e del Rosario testimone di un Vangelo di pace
mercoledì 12 ottobre 2022
Non ha nulla da temere il cristiano che mette al centro ciò che veramente conta nella vita: non teme la derisione o gli insulti gratuiti degli altri, non teme il fallimento, né la sofferenza, perché sa che ha sempre una “casa” alla quale tornare: il cuore di Dio. Così visse san Serafino di Montegranaro. Nato nel 1540 nelle Marche in povertà, per un periodo fece il custode di gregge. A 18 anni entrò in convento a Tolentino. Fu accolto come religioso fratello nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e fece noviziato a Jesi. Peregrinò per tutti i conventi delle Marche, perché, nonostante la buona volontà e la massima diligenza che poneva nel fare le cose, non riusciva ad accontentare né superiori, né confratelli, che non gli risparmiarono rimproveri. Ma egli dimostrò sempre tanta bontà, povertà, umiltà, purezza e mortificazione. Nel 1590 Serafino si stabiliva definitivamente ad Ascoli Piceno. Due i «libri» fondamentali per lui: il crocifisso e la corona del Rosario con cui si faceva messaggero di pace e di bene. Aveva 64 anni e la fama della sua santità si diffondeva per Ascoli, quando egli stesso chiese con insistenza il viatico. La morte lo colse il 12 ottobre 1604. Dopo essere spirato, semplice anche nella morte, la voce del popolo che lo diceva santo giunse anche alle orecchie del papa Paolo V, il quale autorizzò l’accensione di una lampada sulla sua tomba. Fu canonizzato da papa Clemente XIII il 16 luglio 1767. Altri santi. Romano. Santi Felice, Cipriano e compagni, martiri (V sec.); beato Romano Sitko, sacerdote e martire (1880-1942). Letture. Romano. Gal 5,18-25; Sal 1; Lc 11,42-46. Ambrosiano. 2Tm 3,10-17; Sal 18 (19); Lc 21,20-24. Bizantino. Fil 1,12-20a; Lc 8,22-25.
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