giovedì 12 aprile 2018
Di quali ingredienti abbiamo bisogno per realizzare "governabilità" e rafforzare speranza e fiducia? In queste settimane, che preludono alla formazione di un nuovo governo, è una domanda che in tanti ci poniamo, e che mi è venuta alla mente l'altro ieri, al Csm, durante il "Martedì" di aprile dell'Associazione Bachelet, sul tema "Giustizia, concorrenza, solidarietà". Concorrenza e solidarietà – ha sottolineato il relatore, professor Mario Monti – non soltanto non si oppongono, ma sono strettamente intrecciate tra loro e con il processo di integrazione europea, retto dal principio-base dell'economia sociale di mercato. Un'Unione Europea, quella vera (non la sua caricatura, pure talvolta legittimata dai riduzionismi di cui sono responsabili gli stessi attori europei, burocrati e politici), nella quale il carattere altamente competitivo dell'economia di mercato viene colorato e conformato dall'attributo "sociale", non come suo limite estrinseco, ma – lo ha richiamato nel dibattito il cardinal Giuseppe Versaldi – come suo obiettivo intrinseco.
Su queste basi, appare chiaro che la concorrenza e il mercato sono strumenti, la solidarietà è l'obiettivo: così si comprende meglio il senso dell'aggettivo "sociale" (di cui all'art. 3 del Trattato sull'Unione Europea), anche alla luce dei princìpi di fondo della nostra Costituzione, che condensa nell'utilità sociale di cui all'art. 41 le due prospettive della concorrenza e della solidarietà, quest'ultima plasticamente fondata negli artt. 2 e 3, secondo comma. A sua volta, la giustizia, intesa come giurisdizione, è quell'insieme di meccanismi che garantiscono che lo strumento concorra al raggiungimento dell'obiettivo, appunto la solidarietà, cioè, in altre parole, che cooperi alla "giustizia", intesa come meta-valore costituzionale. All'interno dell'ampio e articolato dibattito (anche con la partecipazione, assai apprezzata, di un giovane studente di economia), segnalo, tra gli altri, l'intervento del professor Nicolò Lipari, il quale, condividendo quanto sostenuto da Monti circa l'intreccio tra concorrenza e solidarietà, ha auspicato più coraggio, da parte degli economisti e delle loro scuole, nel declinare l'economia in senso solidale: i giuristi sembrano essere andati più avanti. Riprendo le conclusioni del pomeriggio alla "Bachelet": abbiamo colto anzitutto la competenza, senza sfoggio, ma con ampia dimostrazione; poi l'esperienza istituzionale, a partire dalle battaglie fatte in sede europea contro i monopoli e i cartelli e, in Italia, per avviare a soluzione il peso del debito pubblico; infine la passione, che permette di perseverare su soluzioni e percorsi anche quando, pur veri e utili, non sembrano raccogliere consensi. Competenza, esperienza istituzionale, passione: alcuni tra gli ingredienti per un buon governo, che vanno posseduti, in misura maggiore o minore, da parte di chiunque.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI