Come avrebbe utilizzato la Rete il giovane professor Pedrazzi
domenica 2 luglio 2017

Diversamente dal più vasto sistema dei media, la blogosfera ecclesiale non si è quasi accorta della morte del professor Luigi Pedrazzi, 89 anni, fondatore de “Il Mulino” e generoso iniziatore di mille altre iniziative culturali e politiche, sostenuto da una fede cristiana decisamente estroflessa. Una notizia sul “Sir” ( tinyurl.com/ycgmlcsg ), due ricordi molto personali su “Vino Nuovo” ( tinyurl.com/yceo3cl9 ) e su “Noi siamo chiesa” ( tinyurl.com/ydfh2yvg ). Non c'è da stupirsi: è probabile che le generazioni che scrivono di Chiesa in Rete, tranne qualche eccezione, non abbiano avuto occasioni per apprezzare la sua statura e il suo esempio.
Eppure, prendendo come indizio le email mensili inviate a un gruppo di corrispondenti dal 2008 in avanti per rivivere la preparazione e la celebrazione del Concilio Vaticano II, ho la sensazione che, fosse stato un nativo digitale o anche solo avesse avuto il tempo di migrarvi stabilmente, con il suo cuore giovane sarebbe andato a esplorare tutte le potenzialità che l'ambiente digitale offre all'incontro tra la Chiesa e il mondo contemporaneo.
Certo avrebbe evitato di personalizzare troppo la sua presenza. Se fosse stato su Facebook avrebbe cercato l'amicizia di quelli più diversi da lui e temuto massimamente di chiudersi in una cassa di risonanza, e gli sarebbero piaciuti quelli che lavorano per un'ecologia dei social network e che predicano la possibilità di discutere senza litigare. Se avesse avuto un blog lo avrebbe battezzato con un nome simbolico che ne evocasse lo spirito dialogante, avrebbe postato contributi lunghi e articolati ospitando volentieri quelli di altri e avrebbe serenamente tollerato quasi tutti i commenti, perché il suo intento sarebbe stato quello di ascoltare. Finanziandolo di tasca sua, avrebbe aperto un sito d'informazione e d'opinione che sostenesse nella laicità coloro che accettano di portare una qualche responsabilità sociale, specie se cristianamente ispirati, specie i politici e specie quelli impegnati a livello locale, nutrendoli di analisi, studi, progetti e visioni.

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