giovedì 29 giugno 2017
Lupus con le ali. Ieri ("Foglio", p. 5) su sei colonne – "Il vescovo da rieducare è un macigno sul già impossibile negoziato tra la Santa Sede e la Cina" – Matteo Matzuzzi sulle "gravi preoccupazioni" per la realtà della Chiesa in Cina a partire dal caso del vescovo Shao Zumin "allontanato" a forza dalla sua sede: un testo carico di preoccupazione realistica e pesante... Lì sotto però, tutto il resto della pagina, "Di un paese lontano lontano": Massimo Morello dialoga col neocardinale laotiano Mangkhabekhoun, prima porpora del suo Paese dopo cento anni di esistenza della Chiesa "perseguitata per settanta".
Esempio di positiva speranza carica di energia evangelica e insieme umanamente cordiale, cosciente della piccolezza dei suoi numeri, periferia vera, che forse proprio perciò ora attira l'attenzione speciale di Papa Francesco. Leggi e trovi situazioni limite, "missionari stranieri" proibiti, poligamia diffusa, pochi preti e popolazione dispersa in un territorio vastissimo "dove le piogge possono bloccarti per mesi". In questo drammatico panorama ecco una parola positivissima: "La cosa bella è che abbiamo catechisti sposati che sono veri missionari, che vanno a vivere nei villaggi e diventano le 'radici' dell'evangelizzazione (...) Proponiamo questa esperienza anche ai seminaristi": in pratica, "studiare per tre anni, poi si devono fermare almeno un anno per maturare nella loro decisione, ma anche per fare esperienze pastorali (sic! ndr) come catechisti... Si integrano con gli abitanti del villaggio...".
Mi colpiscono le due parole, "esperienze pastorali": esattamente il titolo del libro di Don Lorenzo Milani del quale tanto si è detto e scritto anche di recente. Dunque: imprigionata e repressa in Cina, perseguitata per decenni e sempre viva in Laos, presente e immersa nella periferia a Barbiana. Una sola Chiesa che vive solo di Cristo: che bellezza!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI