martedì 19 luglio 2011
Domenica "Avvenire" p. 1 e 5: fondo e nuovi ampi resoconti sul dramma della «siccità morale» del mondo che crea tragiche emergenze come quella nel Corno d'Africa, richiamata anche dal Papa. Poi intera p. 6 per monsignor Mazzolari «padre del Sud Sudan», morto sul campo mentre il suo popolo comincia a uscire da 50 anni di immani sofferenze a causa dell'ingiustizia dei vicini e dell'indifferenza dei lontani. A p. 9 grande riflessione sul presente e sul futuro di un uomo di banca e di coscienza. In "Agorà della domenica" poi due pagine (4-5) con grido del cardinal Scola: «Per l'Italia l'ora della coscienza civica: educazione, vita buona, giustizia e legalità», mentre la prima dell'inserto culturale è tutta per don Milani, profeta di un'educazione accogliente che oggi serve per i «ragazzi che vengono da Afghanistan, Nigeria e dal mondo slavo». Insomma: grandi scenari, grandi emergenze e parole di speranza. Ieri sul "Corsera" (p. 27) – «Don Milani, una "supplica" silenziosa» – lo storico Melloni legge "Avvenire" come se avesse scritto per la prima volta del prete fiorentino. E "processa" la Chiesa. Perché? Perché da vivo don Lorenzo sopportò anche calunnie e sofferenze. Chiude, lo storico, supplicando l'elogio ufficiale per alcuni "cattolici" illustri e incompresi e – per sé e i suoi – l'accesso immediato agli archivi di Sant'Uffizio e "Civiltà Cattolica". Che dire? Che nella Chiesa – previsto dallo stesso Maestro – santi e profeti hanno spesso avuto vita dura, ma non tutti gli incompresi sono sempre santi, profeti o anche solo davvero compresi male. E che "Avvenire" da almeno 34 anni ha raccontato ed elogiato tante volte la «fede liberamente obbediente» di don Lorenzo. Uno che scrisse che preferiva sbagliare con la Chiesa che avere ragione contro. E visse così.
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