giovedì 19 dicembre 2013
Chi entra con foga in temi per lui poco usuali pare il famoso «elefante in una cristalleria». Così ("Corsera", 14/12, pp. 54-55: «La rivoluzione delle Sante sottomesse e protagoniste») su «Santa Paola e la figlia Eustochio, modelli di vita cristiana», Pietro Citati, sempre solenne, ma qui con gusto unico: tinte forti e "perle" al nero. Donne totalmente escluse nell'ebraismo, pienamente accolte da parte di Gesù, poi nuovo «gelo». San Paolo, scrive, le vuole tutte solo «silenziose e sottomesse», e san Girolamo che racconta santa Paola in accanita ricerca di penitenze «per spegnere l'esuberanza fisica». Buone intenzioni, non c'è da dubitarne, ma ne esce un «modello di vita cristiana» per lo meno unilaterale: un quadro falsificato. Stesso giorno, vale anche fin dal titolo – "Il Foglio", p. 3: «La Chiesa nella città dei morti» – per la descrizione della Chiesa oggi in Austria, anche qui con soli toni nero-lugubri e caricata sulle parole di Christof Schoenborn, cardinale e arcivescovo di Vienna, che risulterebbe «catastroficamente» rassegnato allo sfacelo della "sua" Chiesa. No! "Elefante" voluto o meno, chi conosce di persona Schoenborn non riesce a riconoscerlo nell'esasperazione dei toni e della sostanza del quadro.
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