mercoledì 9 ottobre 2019
Ci hanno messo dieci anni prima di aprire le porte della loro fabbrichetta di panettoni a Torre San Giorgio, in provincia di Cuneo. Massimo e Livia Albertengo non si capacitavano che il successo del loro panettone al moscato li avesse portati a un'evoluzione tale, per cui della vecchia panetteria di famiglia aperta nel 1905 è rimasto soltanto il sapere su lieviti e lavorazioni. Il resto è un'apertura al mondo, giacché esportano in ben 27 Paesi i loro apprezzati panettoni al vino (non solo moscato). Però questa storia mi ha fatto riflettere sulle dinamiche della provincia italiana, giacché il padre Domenico già negli anni Cinquanta aveva capito che non c'era speranza per quella bottega che aveva sempre meno clienti; i paesi si spopolavano e le attività storiche non stavano più in piedi: l'unica alternativa era la distinzione. Come hanno fatto loro, gli Albertengo, che in mezzo ai giganti della pasticceria piemontese hanno trovato una strada propria col vino, dando lavoro a 40 persone cui vanno aggiunti gli 80 stagionali. L'abbandono dei paesi è un fenomeno non solo italiano ma addirittura europeo, se è vero che stanno sparendo le osterie tedesche: i Gasthof, locali di provincia dove si servono birra e piatti tipici regionali. Negli ultimi 10 anni hanno abbassato la saracinesca in molti, il 30%, per cui in 500 paesini non c'è più luogo di ritrovo, un fattore di socialità con tanti risvolti. Ma quale futuro potrebbero avere questi locali, fin troppo tradizionali? Nessuno, se in qualche modo non si rinnovano: condizione di qualsiasi attività economica. I sociologi sono convinti che l'isolamento delle persone, soprattutto in provincia, provochi in primis il disinteresse politico e sarebbe dunque curioso fare un'analisi dell'astensionismo al voto, per capire se è vero che il tasso si alza nei paesi dove non ci sono più spazi di socialità... Nei piccoli Comuni italiani attualmente abitano 10 milioni di persone e molte iniziano ad accusare problemi per la mancanza di servizi. Per questo ho gioito quando il sindaco di Ottiglio Monferrato, paesino di 600 anime, mi ha inviato l'atto costitutivo del "Laboratorio per le buone pratiche urbane e sociali"; un'iniziativa politica volta a mantenere unita la comunità e frenare la desertificazione urbana, sociale ed economica. Ora, questo protocollo rurale dovrebbe finire subito sul tavolo del ministero per lo Sviluppo economico, perché non può esistere un governo che ignora il futuro di un quinto dei suoi abitanti. Si dovrebbero invece indicare percorsi simili a quelli voluti dal sindaco di Ottiglio, prima che sia troppo tardi. In provincia del resto si può investire senza privarsi di andare nel mondo: la famiglia Albertengo insegna.
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