mercoledì 9 novembre 2011
Sicurezze? Ciascuno ha le proprie. Per un credente serio, la fede è sicura, ma ciò non elimina le sue incertezze di uomo limitato. Forse "c'era una volta" – come nelle favole – qualcuno che buttava le sue certezze in faccia ai non credenti, come se ne fosse lui autore e padrone. Non c'è più, salvo casi evidenti da neuro falsamente religioso. C'è invece, e impazza tanto, chi la vede al rovescio. Capita così che il vignettista de "L'Unità" (6/11, p. 3) sentendo che il Financial Time esprime un desiderio politico «in nome di Dio» non esita ad approvare, ma precisa: lui lo fa «in nome delle scimmie»: di queste, e non di Dio, si sente figlio. È libertà. Lo è anche ("Espresso" 10/11, pp. 136-142), stesso tema, la sicurezza raccontata nell'intervista di Daniela Minerva a Luca e Francesco Cavalli Sforza, genetisti noti. Loro spiegano tutto con «il caso». Tutto! Proprio tutto è successo «per caso». Il caso è l'assenza totale di una ragione percepita, almeno da noi, ma spiega tutto. Insistono, i due illustri. Che dire? Solo una domanda: è scienza, questa, o solo ideologia? E già: l'ideologia ha messo il caso al posto di Dio e si squaderna con le sue certezze in pagina laica e progressista. C'è di peggio? Difficile, ma c'è. Capita infatti che in piena notte (8/11, attorno alle una) a Radio Radicale, quella di «in una voce tutte le voci», la voce di turno annuncia sicura, e non per caso stavolta, la definizione del Paradiso, evocato da una telefonata: «Il Paradiso? Te lo dico io cosa è! È quella cosa che serve ad essere fregati (l'espressione originale era più greve, ndr) in vita con la falsa promessa di un'altra!» Marx? No! «Una voce» liberale? Sì, ma sicura di riassumere «tutte le voci». Da vera favola!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI