mercoledì 1 giugno 2011
«Profitto senza rischio: la tentazione di Giuda». Ieri ("Corsera", pp. 46/47) Paolo Mieli presenta ampiamente «i nessi tra economia e fede religiosa» da un recente volume sul tema, centrale per tanta storia del mondo, a partire da Giuda e dai 30 denari della sua "vendita-tradimento" di Gesù. Leggi e per contrasto pensi ai continui tentativi, di moda in libri e giornali, di liquidare 2.000 anni di esperienza cristiana ed ecclesiale alla pallida luce di malintesi residui ingenuamente detti "illuministi" e "scientifici". Ancora ieri, però, trovi il finto scandalo di Pierre de Nolac ("ItaliaOggi", p. 10) per il fatto che il vescovo di Rieti ha invitato l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti a parlare di Dio, e in pratica a smentire che la fede sia come tale alternativa a qualsiasi forma di socialismo. Dovrebbe pur esser noto che il socialismo fu all'origine un'"eresia ebraico-cristiana" e che lo stesso Marx nella celebre "Circolare contro Kriege" parla del comando biblico dell'amore per l'uomo come pilastro del suo pensiero. Certo: questo poi è degenerato nel sistema ateo e negatore della libertà e quindi dell'essenza di ogni umanesimo, ma lo scandalo di "Italia Oggi", per chi è attento all'"oggi", è solo piccola furbizia che vede la realtà attuale con l'occhio interessato in costante retromarcia. A proposito di retromarcia, però, in margine alle giornate elettorali, a Malpelo pare chiaro che ogni attuale politica farà bene a rispettare, con vantaggi per tutti, la vita nascente e morente, la famiglia fondata sul matrimonio, la solidarietà e l'accoglienza senza eccezioni. "Umanesimo" vero: senza c'è solo decadenza, e rissa continua.
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