domenica 7 agosto 2011
Leggi e ti dispiace per chi scrive, ma insieme un po' ti diverti… Giorni fa mi arriva da Internet il lancio di una lettera particolare al giornale telematico "Domani", sempre pungente con cattolici e Chiesa. La sostanza? Eccola: «Caro Domani, ho censurato l'articolo di Massimo Gramellini: parla del pellegrinaggio degli onorevoli a Gerusalemme e non volevo che mio figlio lo leggesse, altrimenti non va a votare…». Scrive un padre il cui figlio di nome Camillo "disprezza" la politica, e questo nonostante tutti i tentativi del povero babbo. Se Camillo legge la notizia delle Camere chiuse a causa del "pellegrinaggio" – ha pensato e scrive lui testualmente – «sei mesi dei miei rimbrotti finiscono in niente». Imbarazzato, lui, libertario e ovviamente aperto, per aver dovuto ricorrere alla censura. Che dire? Un paio di cose, a parte l'infondatezza dello scandalo poi rientrato, perché le Camere da sempre riaprivano a settembre. La prima molto scherzosa: il figlio si chiama "Camillo", non solo come il celebre "don" di Guareschi, ma proprio come un altro "don Camillo" che dalle parti del "Domani", giornale telematico, pare non sia molto gradito. La seconda, più seria, è che se basta la lettura di un trafiletto del buon Gramellini (qui ne abbiamo parlato giovedì) a far «finire in niente sei mesi di rimbrotti» e tanti anni di esempi paterni, allora la pedagogia in questione risulta davvero debole. Il relativismo fa danni, talora, anche tra gli eletti del progresso, e i pregiudizi si impongono anche in casa di chi crede di averli cacciati tutti perché allergico ai "pellegrinaggi", ma solo se sono religiosi.
N.B: Malpelo stacca un po'. Arrivederci.
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