venerdì 7 dicembre 2012
Ieri (“La Stampa”, p. 34) una lettera definisce «alquanto sconcertante... l'ipotesi di applicare l'Imu alle scuole paritarie. Perché in tutta Europa le scuole pubbliche non statali, di estrazione religiosa o laica, non sono tassate e godono di un finanziamento pubblico tale da poter praticare davvero rette simboliche, ad integrazione del contributo statale. In Francia, Germania e Spagna lo Stato paga lo stipendio ai docenti paritari», e invece «in Italia il finanziamento pubblico della scuola paritaria è irrisorio, nonostante faccia risparmiare allo Stato circa 6 miliardi di euro all'anno…». La lettera conclude: «Considerando le ricorrenti e deliberate cortine fumogene sollevata da alcuni media su questo tema mi auguro possa pubblicare le mie considerazioni». Il direttore replica indignato? No, pubblica! Domanda: un doppio falso? E se c'è, chi è il falsario? Il lettore che scrive insieme col direttore che pubblica, o quegli «alcuni media» che a partire da “Repubblica” dicono sempre il contrario? Stando ai fatti, di sicuro la seconda. Una sola spiegazione: la voluta invadente mistificazione di fatti e numeri che va avanti dai tempi della Costituente ed è lampante dal 2000, con l'approvazione della legge tuttora vigente che dichiara le scuole paritarie parte del sistema dell'istruzione pubblica… Dunque bugiardi e fissati, in malafede voluta. E su “Repubblica” ieri un altro esempio di fissazione ridicola a senso unico. A p. 37 in bella vista pubblicità per “Repubblica.it”, con annuncio stentoreo: «Scout: Nel nuovo giuramento la parola Dio dovrebbe sparire». «Dovrebbe»? Sì! Anche «la parola». Entusiasmo e sogno in redazione. Sveglia!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI