sabato 10 maggio 2008
Zapatero pronto agli ordini de "L'Unità"! Giovedì Franco Mimmi (p. 10) era severo con i suoi "Sconti alla Chiesa" e ieri l'"obbedisco": "Zapatero, nuova crociata laica" (La Stampa", p. 17), "Zap e la religione: più diritti alle minoranze"("Europa", p. 6). Nessuno è profeta in patria. Per "L'Unità" s'è visto al voto, ma all'estero va forte! C'è altro. "Il Foglio" scrive che "il governo senza cattolici preoccupa il Vaticano" per il "rischio di deriva etica" (p. 2), Claudio Sardo ("Messaggero", p. 2) annota la "netta prevalenza laico-socialista in Forza Italia", e "Il Riformista" (p. 3) parla di "linea anticlericale del premier" e di "cattolici epurati dai posti che contano". Vero, e già visto sul fronte opposto, liste Pd, nel trasloco forzato dal Senato alla Camera dei cattolici "scomodi". Un cattolico davvero "adulto" nella fede applicata alla vita " pur nella pratica della laicità doverosa " è sempre scomodo per chi pensa solo al potere. Ma forse ha ragione Michele Brambilla ieri ("Il Giornale", p. 1), a chiedersi se davvero "è un male". Infatti il discorso è complesso. Per un politico conta, sì, la vita personale coerente, ma se poi la coerenza personale sparisce nelle scelte legislative concrete allora pare meglio un politico di suo personalmente peccatore, e se cattolico incoerente, ma che nelle sue scelte specifiche fa prevalere il bene comune. Per questo, infatti, meglio un politico che predica bene in Parlamento e razzola male nella vita che non il contrario. Insomma, in termini cattolici: meglio chi pecca in proprio di chi teorizza il peccato per tutti. Sembra brutale: ma pensiamoci su"
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