venerdì 24 febbraio 2006
Il Carnevale impazza, ma speriamo non sfori nella Quaresima, come accade sempre più spesso. La tradizione insegna invece a fare festa e a tendere alla Quaresima quando ci si avvia verso la Pasqua. Ed è l"esperienza umana più interessante che si possa affrontare. Il vino del Carnevale per la gente del Nord è sempre stato dolce, anzi un rosso dolce, capace di stare accanto all"innumerevole teoria di specialità che in questa festa vengono sfornate in abbondanza. A Cento, in provincia di Ferrara, dove si celebra uno storico Carnevale, il vino è la Fortana, un classico della campagna emiliana. In Veneto si sceglie invece il Marzemino, che a differenza del fratello Trentino è vinificato nella versione dolce. Piaceva molto anche a Mozart e sulle preferenze del grande musicista si sono tenute disfide e convegni, L"ultima due anni fa ad Isera, nella Casa del Vino, dove domenica si parlerà di rinascimento del vino italiano dopo lo scandalo del metanolo. Ma tra le regioni italiane è il Piemonte che da sempre fornisce al Carnevale il vino più adatto. Storicamente si narra di genti lombarde che giungevano fino a Strevi, vicino ad Acqui Terme, per caricare sui carri botticelle di questo vino rosso frizzante, non eccessivamente dolce, caratterizzato da un ammandorlato. Il suo profumo è suadente e ricorda la rosa, il nome evoca simpatia, ma se si pensa ad un vino facile si sbaglia. Chi scrive ha assaggiato Brachetto passiti di oltre vent"anni, mentre la versione spumante è imperiosa. Da qualche anno c"è anche la tendenza a fare un Brachetto secco, che ammalia per la sua nota di rosa. Capitale della produzione di questo vino è dunque Acqui Terme, una delle più belle cittadine d"Italia che, guarda caso, ha persino al suo interno un "quartiere del vino". E qui sorge una domanda: quanto vino dolce si può bere, visto che la gradazione alcolica è la metà di quella di un vino normale? In ogni caso merita l"assaggio, anche per chi pensa di essere astemio.
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