mercoledì 4 ottobre 2017
L'autunno avanza con perfezione, visto che già ai primi di ottobre i colori delle foglie hanno virato verso il giallo intenso e il rosso. Mi ha sorpreso, domenica a Cogne, vedere i segni di un cambiamento, mentre in paese si festeggiava la discesa dagli alpeggi, con le mucche fuori dalla messa granda, per ricevere la benedizione.
I formaggi che arrivano dagli alpeggi sono qualcosa di unico, che in questo week end saranno in scena a Castegnato (Bs) dove da 22 anni si celebra «Franciacorta in Bianco», la fiera dei caci prodotti in montagna. Quanti doni porta l'autunno: le castagne, i melograni e poi le zucche, i cavoli, che rappresentano una dispensa per la salute. Fermiamoci un secondo: è fantastico tutto questo. Anche se la montagna italiana è considerata più una seccatura amministrativa che una risorsa.
Poco più sotto, in bassa Vallée, il salumificio Bertolin festeggiava i primi 60 anni, segnati dall'affermazione di un prodotto povero, il lardo, che Rinaldo Bertolin ha portato nel mondo. Lardo e castagne e pane di segale, un sapore d'altri tempi che ha creato un'economia, giacché il salumificio oggi fattura 6 milioni di euro. Rinaldo se n'è andato troppo presto, lasciando alla moglie Marilena e ai figli Guido e Alexandre il seme della caparbietà. Hanno pubblicato un libro, Pane e Lardo di Giacomo Sado, per raccontare una storia italiana commovente, che è proprio l'applicazione della parabola dei talenti, del limite che diventa opportunità, della crisi che non è mai l'ultima parola.
La sera a Milano, ironia della sorte, ho incrociato Marina Cvetic, che in un altro paese di montagna, San Martino sulla Marruccina, ha preso le redini dell'azienda vitivinicola Masciarelli dopo che il marito Gianni, di ritorno da un viaggio all'estero, come Rinaldo Bertolin, è stato colpito da un infarto fatale. E lei ha buttato il cuore oltre l'ostacolo e oggi la sua azienda fattura 11 milioni di euro. Ebbene, di Marilena e Marina mi colpiscono la bellezza e il sorriso, che sono specchio di una letizia. Se chiedessi loro di dirci qualcosa su questi anni difficili, avrebbero solo parole di positività, con un'ombra, che è la somma delle difficoltà che hanno affrontato per fare un'impresa.
Marilena lo ha detto in pubblico, non per lamentarsi, ma per una preoccupazione sui figli. «Lasciateli lavorare – ha detto – perché in Italia è difficile liberare energie e lo scoraggiamento bussa ogni giorno, grazie a una burocrazia invasiva». Mi ha colpito questo appello, che rischia di cadere nel vuoto, anche se in campagna elettorale più d'un politico si strapperà le vesti dicendo che la lotta ai laccioli sarà priorità. Poi li osservi e il naso di Pinocchio sembra sempre più lungo. Stessero davanti a queste storie: capirebbero dove si origina la politica.
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