sabato 17 dicembre 2016
«Il Papa assolve (sic! ndr) il terrorismo islamico», «Ricordatevi di fare gli auguri a Papa Francesco» e «Tra feste e fallimenti». Tre titoli: il primo pura follia, il secondo gentile avviso, il terzo condanna totale. Ed è lo stesso giornale, “Il Tempo” (13/12, p. 14) che parla di «sanguinosi attentati» sui quali vede l'«assoluzione papale» e poi altri due (15/12) in prima pagina. Contraddizioni evidenti. Lingua biforcuta o anche “doppiezza”: celebre l'accusa a quella togliattiana. E allora? Il primo malafede e pura calunnia: il Papa aveva semplicemente osservato che nella natura delle religioni tutte, se benintese, c'è il bene dell'uomo, e non il terrore, ma poiché il giorno prima c'era stata «una serie di attentati» per qualche “cervello” in quella redazione la parola del Papa sarebbe «assoluzione del terrorismo». Il secondo titolo, messo lì e confrontato col primo, e con il terzo che gli sta subito sotto, è ipocrisia vellutata di cortesia (gli auguri), e il terzo ampio e (s)ragionato dice tutto, e anche di più, della realtà che conta in certe teste. Festa e fallimento! La solita minestra da 40 anni rivolta contro il Concilio, nonostante le “reverenze” ai Papi – almeno quattro – che parlavano del Vaticano II come «la grazia più grande per la Chiesa del ventesimo secolo», e ora servita in pagina da un cultore del messaggio cristiano in apparenza tutto celestiale e al seguito di coloro che identificano il passato, congelato in formule magari alla Melchior Cano (XVI secolo) per una Chiesa potente e talora anche prepotente, molto utilizzabile anche da chi il Messaggio vero del Vangelo lo temeva e ancora oggi lo teme come il fumo negli occhi. Auguri sopra e lì sotto annunci di fallimento e anche peggio... Che brutto “Tempo”, oggi! Tornasse padre Rotondi, per anni di casa tra quelle scrivanie, li farebbe correre!
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