venerdì 1 luglio 2011
L'altro ieri, 60mo del suo ministero di prete, il Papa ha elogiato il «vino buono», scelta di Colui che ha detto di essere «la vite». Al Papa tanti auguri, che si fanno anche alzando un calice. In questi giorni leggo strani articoli di controbrindisi. Anche per un arcivescovo di Milano che se ne va e il suo successore che arriva. Al primo ho voluto bene anche quando – tanti anni orsono – ci si trovava a insegnare insieme teologia nei corsi estivi delle Paoline, poi l'ho seguito da lontano nel suo lungo benefico cammino. A lui un brindisi per il coraggio evangelico che ha insegnato. Il secondo l'ho conosciuto solo da lontano, ma ho seguito anche lui nel suo magistero di chiarezza, e poi a Venezia, nell'impegno per l'apertura al dialogo con tutti gli uomini di ogni stirpe e religione, e anche di nessuna religione. Un brindisi per la nuova missione. Quanto agli "strani articoli", però, va annotata la consonanza degli estremi. Su «Repubblica» (29 e 30/6) a più voci il rimprovero al nuovo pastore pare incentrato sul suo «obbedisco». Ma «obbedienza e pace» fu motto di Giovanni XXIII, e don Mazzolari volle dirsi «Obbedientissimo in Cristo»! Altro estremo? Ecco «Libero» (29/6, p. 14): «Arriva Scola. Il Papa libera Milano». E Malpelo ricorda che a strillare così, quando arrivò Tettamanzi – «conservatore, moralista» – erano molti che ora accusano l'«obbedienza» di Scola. È un mondo di carta...
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI