giovedì 12 gennaio 2023
Domani magari i negazionisti ci informeranno che il buco nell’ozono è sempre stato un’invenzione per impaurirci, controllarci, impoverirci. Intanto però la bella notizia – tra infinite notizie pessime per l’ambiente – c’è, anche se ripresa con cautela, quasi con ritrosia. «Lo strano caso del buco nell’ozono. Da spauracchio a simbolo di rinascita» è sulla “Stampa” (11/1) il titolo all’ampio servizio di Mario Tozzi: «Il manto dell’ozono si sta riparando e presto sarà interamente ricucito». L’allarme era stato dato negli anni Ottanta: senza la protezione dell’ozono, bombardata dai raggi Uv la Terra si sarebbe bruciacchiata e noi con lei, come bagnanti distratti senza crema a mezzodì. Sotto accusa «i Cfc, ossia i clorofluorocarburi, usati come propellenti nelle bombolette spray, come solventi e come refrigeranti». L’Onu li mise fuorilegge e nonostante le grida strazianti l’industria cambiò prodotti e continuò a prosperare: le stesse Nazioni Unite oggi ci informano che entro una ventina d’anni lo strappo sarà ricucito. Adesso, ci scommettiamo, i negazionisti ci informeranno che non è affatto dimostrato che il buco si stia richiudendo proprio per questo e si sarebbe richiuso comunque. Intanto però il “Corriere” (11/1), con Paolo Virtuani, può affermare: «I trattati ambientali, se messi in pratica e fatti rispettare, funzionano», e dà voce a Petteri Taalas, segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale: «Il successo nell’eliminare le sostanze che distruggono l’ozono ci mostra cosa si può e si deve fare con urgenza per abbandonare i combustibili fossili, ridurre i gas serra e limitare l’aumento di temperatura». La notizia induce Massimo Gramellini a dedicarle la sua rubrica sulla prima pagina del “Corriere” (11/1): «Mentre si ricompatta il manto dell’ozono, si strappa finalmente quello della rassegnazione che ci ha avvolto negli ultimi tempi. Non è vero che qualunque sforzo sia inutile e qualunque esito casuale, né che la vita assomigli a un treno senza guidatore lanciato a fari spenti nella notte». Negazionista forse no ma scettico è “Libero” che titola: «Toh, è sparito il buco nell’ozono. Dopo decenni di allarmismo sull’imminente apocalisse, L’Onu annuncia: “Pericolo finito”. Troveranno un altro spauracchio». E noi pollastri che ci avevamo creduto... © riproduzione riservata
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