domenica 30 ottobre 2016
Minembwe è una località poverissima. Si trova in Congo, nel cuore dell'Africa. È lì che si trova in questi giorni il cesenate Giovanni Taioli, manager in campo finanziario. Dalla cugina Lina Pasini, di vent'anni più grande di lui e morta il 23 luglio 2012, è stato indicato quale esecutore testamentario. «Mi ha lasciato scritto – ha raccontato Taioli qualche giorno fa al settimanale diocesano Corriere Cesenate – che le due case vicine in cui abbiamo abitato negli anni Sessanta avrei dovuto venderle e con il ricavato realizzare, cito testualmente, "una scuola o un ospedale per i bambini più bisognosi del mondo"».
Visto che la moglie lavora nella sede cesenate dell'Avsi, a Taioli non è stato difficile trovare un progetto da sostenere. Così la decisione è caduta sulla costruzione dell'ospedale generale di riferimento a Minembwe, una zona in cui è assai arduo arrivare con le auto, vista la precarietà delle vie di comunicazione.
«Non ero mai stato in Africa – aggiunge Taioli – e in quelle zone non conoscevo nessuno, nemmeno tra i volontari dell'Avsi. Abbiamo realizzato un intervento in una zona ignota ai più, in linea con la riservatezza di mia cugina Lina», che anche in vita è sempre stata generosa con tutti, ma non voleva mai sapere chi fossero i destinatari delle sue donazioni.
«Lei faceva del bene e basta – conclude Taioli –. Come quella volta che mi diede tremila euro per una famiglia in difficoltà, senza sapere nulla di loro». Senza clamore, perché, come si dice nel Vangelo, «non sappia la destra quel che fa la sinistra».
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