martedì 28 giugno 2011
Senso del ridicolo, del limite e della storia? A Milano il pastore valdese Platone ha benedetto «l'unione di Ciro e Guido». E allora? Non è matrimonio, anche perché i valdesi non lo riconoscono come sacramento. Ma vien da sorridere a leggere sul "Fatto" (26/6, p. 16) «Choc Oltretevere», 120 righe esultanti sul fatto milanese e costernate su «Oltretevere, là dove il mondo è immobile»! Ironia della sorte, risposta secca proprio ieri "Unità", pagina 39 esultante – «Nozze gay, avanti tutta!» – ma a vuoto, perché seguono subito parole secche: «L'Osservatore romano: l'insegnamento sul matrimonio non cambia». E già: ci vuol altro che una «benedizione», con tutto il rispetto «valdese» e a Milano, per cambiare la dottrina sul matrimonio. E poi, benedizione o no, il discorso vero è un altro. Da tempo – anni e anni – si sa che la Chiesa cattolica dice che se si tratta di riconoscere "diritti civili" a conviventi etero o gay il problema è solo di codici, appunto civili, ma nessuno pretenda un sì dei "cattolici" perché ogni convivenza sia matrimonio. Oltretevere non è «immobile il mondo», ma è ferma la fedeltà alla parola di Cristo, che non vale solo Oltretevere. E così sempre ieri, sempre "Unità": «Ma la Chiesa cattolica non vuole mollare. Né in Usa né qui»! Domanda: e perché dovrebbe «mollare»? Perché sul "Corsera" (p. 23) troviamo elogiata la Chiesa valdese di Milano in quanto «spartana»? Sparta non ha gran bella fama, da secoli… Del resto la conclusione, sempre lì, è parola del pastore Platone: «Non è un matrimonio, perché per noi valdesi non è un sacramento»! E allora? Allora niente: senso del ridicolo, eccetera…
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