giovedì 29 dicembre 2011
Il tempo di Natale porta anche in pagina qualche bel segnale. Uno da lontano. In Germania, segnalato qui (23/12, p. 24), Norbert Hoerster, illustre filosofo "laico" riflettendo su parole recenti del Papa in tema di fede e ragione si dimette dalla laicista Fondazione Giordano Bruno scrivendo sulla "Frankfuerter Allgemeine Zeitung": «La teoria dell'evoluzione, presupposta la sua giustezza, non confuta la fede in Dio», ma «soltanto (volendo prenderlo alla lettera) il racconto biblico della creazione». Poi continua: «Non vedo proprio per quale motivo la teoria evoluzionista possa contestare o sostituire la fede in Dio». E insiste, Hoerster, appoggiandosi persino a Hume e ad Einstein. Che dire? Che già nel 1951, in sostanza, questo diceva l'"Humani Generis" di Pio XII. Dunque da noi fino a oggi tanti ritardi illustri, in cattedra e in pagina varia. Ancora 23/12, su "Liberal"(pp. 1 e 8) il Nobel Carlo Rubbia, sulla base dell'analisi del Dna di tutti gli organismi viventi scrive che «nei due miliardi di anni durante i quali è stato possibile l'inizio della vita sulla terra c'è stata una sola partenza», e ciò con due conseguenze: che «l'evoluzione della vita segna una linea precisa, a partire da un unico fatto iniziale» e poi che «l'uomo è strutturalmente diverso dalle altre specie animali conosciute». Bella sorpresa anche questa, vero? Ce ne sono altre, un po' più dialettiche: sul "Foglio" (24/12, pp. V-VII) Angiolo Bandinelli, originale e anche delicato, tra fantasia e antiche scritture racconta "La Natività vista da un padre di nome Giuseppe", e Ruggero Guarini rivisita a suo modo le strofe del Canto di Natale di S. Alfonso, «un inno alla vita». Da conservare…
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