martedì 9 giugno 2015
«Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra. Ci vuole coraggio per dire sì all'incontro e no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza; sì al negoziato e no alle ostilità; sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni; sì alla sincerità e no alla doppiezza. Per tutto questo ci vuole coraggio, grande forza d'animo». Un anno fa, nel silenzio dei Giardini Vaticani reso più quieto e solenne dalla grandiosità del luogo e del momento, il Papa chiese ai presidenti israeliano e palestinese Shimon Peres e Mahmoud Abbas accanto a lui, sotto lo sguardo del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, di avere il «coraggio della pace». Un anno dopo al suo invito accorato («La storia ci insegna che le nostre forze non bastano... invochiamo Dio come atto di suprema responsabilità») si sono unite proprio ieri le migliaia di persone che in tutto il mondo hanno aderito alla bella proposta del Forum internazionale di Azione Cattolica (Fiac), rilanciato dall'Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche, di raccogliersi alle 13 in punto un solo minuto per chiedere il dono della pace. Un gesto spirituale, ma che non è stato promosso per tagliar fuori qualcuno: a chi non crede si è proposto un attimo di raccoglimento, una sosta fraterna e solidale. Potenza del tempo: un intento grande amplifica un semplice minuto fino a renderlo eterno, come il bene che, con quel minuscolo respiro della vita, si desidera ottenere. La sproporzione tra ciò che siamo e la meta sognata si può colmare sperando insieme ciò che non basta domandare con una sola voce. Un minuto solo, certo: ma è sicuro che alla pace si arriva anche così.
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