venerdì 2 settembre 2005
Castellazzo Bormida è un paese della pianura alessandrina famoso per il santuario dedicato alla Madonna dei Centauri e per le barbabietole rosse. Ora, quest"anno compie 900 anni ed è incredibile pensare alla vita che si è dipanata nei secoli in questo placido paese bagnato dal fiume. La barbabietola rossa è un ortaggio speciale, che ha in sé la forza del colore, il gusto dolce e nello stesso tempo profondo che ricorda proprio la terra e il suo frutto. Ci sono poche cose che richiamano in maniera così potente la mineralità e la concentrazione di umori. Fra queste il tartufo, le patate e pure la barbabietola rossa che, a differenza di quella bianca da cui si ricava lo zucchero, viene usata "a tavola". Ora i Valdostani utilizzano la barbabietola per riempire i boudin, insaccati tendenti al dolce dove il sangue del maiale ha una parte preponderante. La barbabietola rossa tagliata a quadrettini dà un tocco speciale alle lasagne della vigilia o all"agliata tortonese, che è un piatto a base di aglio, olio extravergine di oliva e gherigli di noce. Ma deliziosa rimane anche l"insalata di barbabietole e patate entrambe lesse, tagliate a fettine e impreziosite di acciuga, capperi, olio e prezzemolo. Con il miscuglio di barbabietole e patate si possono fare gli gnocchi rosa, mentre in occasione dei 900 anni della sua cittadina, Nicola Mecca di Castellazzo Bormida ha fatto realizzare da uno chef eccellente un piatto straordinario: le pappardelle alla crema di barbabietole e gorgonzola. La ricetta è semplice, il risultato sorprendente: stufare cipolla, basilico e barbabietola, il tutto coperto e a fuoco lento, con l"aggiunta di una noce di burro. Una volta stufate, unirle facendone una crema da aggiungere alle pappardelle. Nel piatto verranno servite a turbante con una fonduta di grana e gorgonzola sciolta col latte non bollente.Si abbini un vino rosato, naturalmente, ottimo un Cerasuolo d"Abruzzo o anche un Dolcetto di Acqui. Buon compleanno, Castellazzo!
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